PORTOGALLO IN CAMPER

Siamo pronti per questo agognato viaggio; dopo un anno di brevi fine settimana, finalmente si parte per un giro a "chilometraggio" 😎.

Lasciamo a casa due figli pieni di impegni, un enorme cane nero, una gatta da guardia e un topo che generalmente staziona nella doccia del camper....(in realtà è un porcellino d'India)
Finalmente SOLI!
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Oggi - 5.8.18
SANREMO - SAN SEBASTIAN

Partiti presto e arrivati come da programma a San Sebastian.


11 ore di viaggio; comodi, freschi, con sottofondo musicale.

Abbiamo scoperto l'originalità dei francesi in coda ai caselli; intanto si spostano e cambiano corsia, non necessariamente per fare prima. Le auto si incastrano tra le file a formare disegni  caleidoscopici...😊

I caselli sono uno sport nazionale, tipo slot machine, se ti sbagli e paghi con una banconota ti ritrovi con due manate di monetine.

I paesaggi però sono belli anche dall'autostrada, che oggi è stata davvero tanta.


Affrontiamo l'autostrada dei "Due mari", che unisce il Mediterraneo all'Atlantico.


Dopo Narbonne viaggiamo circondati da campi di girasole.


Una notevole applicazione sui distributori di carburante intermarche ci permette di risparmiare notevolmente sulla spesa di gasolio... calcoliamo che ogni 4 pieni ci esce una cena di pesce 😉🐟

I nostri 1000 km della prima tappa del nostro tour terminano a San Sebastian, da dove vi auguriamo "Buonanotte"


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Oggi - 6.8.18
SAN SEBASTIAN - RIBADEO - CABO FINISTERRE


La notte trascorsa nei pressi dell'arena di San Sebastian, ci trova ben riposati al mattino. Posto silenzioso e fresco (20 gradi).

Ripartiamo presto.
Le autostrade spagnole battono quelle francesi per costo, scorrevolezza, paesaggi, indicazioni e ..ponti. Sul tragitto ne troviamo molto particolari.


I paesaggi sono davvero incantevoli.
"Maciniamo chilometri" tra boschi di pini a destra e scogliere a picco sul mare a sinistra. Il verde è il colore dominante.

Entriamo in Galizia e raggiungiamo il villaggio di Ribadeo dove "sciogliamo muscoli e articolazioni" con una bella passeggiata su Playa As Catedrais.
Il posto è molto suggestivo. Le erosioni di mare e vento hanno creato scorci davvero belli.



Il viaggio prosegue lungo l'autostrada Da Costa Da Muerte, che ricorda leggende e vicende legate al tratto di costa rocciosa impraticabile per le imbarcazioni del passato e qualche battaglia storica.

Poi ci troviamo immersi nei boschi.
Ci aspettiamo che Thor, con martello e mutandoni di cuoio, ci attraversi la strada. Si respira "aria di Celti" in ogni angolo.
Iniziamo a vedere antichi granai in pietra, ancora in uso.


Avvistiamo Cabo Finisterre, luogo sacro per Celti e antichi romani che erano sicuri che oltre ci fossero solo abissi popolati da mostri marini.


Ora, questo luogo magico, ha un faro, il piu occidentale di Spagna che riusciamo a intravvedere immerso tra nebbia, vento, pioggia fine e una temperatura poco estiva (18).

Il posto è metà di pellegrinaggio perché segna l'arrivo del Cammino di Santiago.
Mentre fotografo il cippo km 0, arriva un ragazzo, bacia la pietra e si siede in lacrime.


Ecco lo scarpone in bronzo e la croce in pietra, sotto la quale i pellegrini bruciano gli abiti indossati durante il viaggio.



Confidando in una serena mattina per godere a pieno del paesaggio sul mare, auguro la buonanotte.

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Oggi - 7.8.18
CABO FINISTERRA - SANTIAGO DE COMPOSTELA


Il risveglio ci proietta in un mondo fantastico. Davanti a noi IL FARO in cima ad una scogliera a picco sul mare.



Lo raggiungiamo e ci rendiamo davvero conto di dove abbiamo dormito (siamo quelli a destra).


Ripercorriamo i sentieri fatti ieri pomeriggio, ma con una visibilità sicuramente migliore. Non c'è ancora molto movimento. Qualche pellegrino dorme vicino al negozio di souvenir ancora chiuso.


Il panorama è mozzafiato.


Seguendo un sentiero alle spalle del faro raggiungiamo l'antico cammino di Santiago, indicato con grandi lastre di pietra che terminano dove un tempo si bruciavano gli abiti dei pellegrini. Attorno a noi i segni di un recente incendio.


Proseguendo ancora, arriviamo in cima alla montagna dove troviamo l'antenna dalla quale Marconi  aveva effettuato la sua prima trasmissione radio con l'America. Purtroppo il posto è poco conosciuto e abbandonato.


Ripartiamo, seguendo la costa verso sud, per raggiungere Santiago de Compostela.

La strada è bella, scorrevole e offre panorami bellissimi, ma non facili da fotografare.
Troviamo un altro faro, allevamenti di mitili, porticcioli, spiagge e..qui le pensiline dei bus hanno la forma dei granai...espigueros...



Nel primo pomeriggio arriviamo a Santiago.
Ci sistemiamo in un'area per camper e in circa 15 minuti, raggiungiamo a piedi lo splendido centro della città.

Una serie di viuzze si annodano attorno all'immensa cattedrale. I turisti sono molto "ordinati".
I negozi di souvenir e i ristoranti molto discreti. È una città che vive di turismo religioso, ma con grande equilibrio, ordine, tranquillità.

Finalmente la cattedrale.


È in un imponente barocco. Entriamo e dopo aver osservato bene ogni angolo, andiamo ad abbracciare, come da tradizione, la statua in pietra di Santiago e a baciare il suo pregiato mantello.


Seduti sulla piazza principale aspettiamo l'ora di cena osservando i turisti.


I vicoli attorno alla cattedrale sono uno spettacolo.
Uno attaccato all'altro si susseguono ristorantini, tapasserie, bar, cervezerie, gelaterie...insomma il paradiso del palato.

Ci infiliamo in una braceria tapasserie...che ci attrae x la sua distesa di orate, branzini, costate e tapas che ha in vetrina.. oltre alle griglie dove alcuni cuochi, velocemente, cucinano, a vista, ogni piatto.



Una parte di quello che abbiamo gustato appare nella foto...tutto molto buono....
...ma ora è tardi...a domani...

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Oggi - 8.8.18 ...bello...
SANTIAGO - LINDOSO - BRAGA - BARCELOS


Partiamo alla volta del Portogallo.
Grazie al cambio di fuso orario, riusciamo a percorrere 100 km in 10 minuti...meglio che in Star Trek!

Io e Tom (Tom) non andiamo d'accordo, però ci compensiamo e alla fine percorriamo una bella strada, piu lunga, tra pini, eucalipti e corsi d'acqua..fino al confine...
Siamo nell'unico parco naturale del Portogallo..Il Peneda-Geres.


Facilmente raggiungiamo il piccolo villaggio di LINDOSO, dove andiamo a vedere un gruppo numeroso di antichi espigueiros, bizzarri granai costruiti in granito, che ricordano antichi sepolcri.



Poco sopra c'è il Castelo, una miniatura che visitiamo in pochi minuti, ma completo di merletti, fossato e ponte levatoio.


Siamo nella regione del Minho.

Proseguiamo verso Braga e più precisamente andiamo a visitare il santuario do Bom Jesus do Monte.

Per raggiungerlo prendiamo un'antica cremagliera ad acqua che ci fa impazzire x la sua genialità.
In pratica il vagone in alto ha una cisterna che viene riempita di acqua e che grazie all'aumento di peso gli permette di scendere verso il basso e di tirare in alto l'altra. Quando il vagone è in basso  viene svuotato per alleggerirlo e consentire la risalita...FANTASTICO!



...anche il santuario, però, ha il suo fascino...
..soprattutto perché ha un panorama mozzafiato e...una scalinata monumentale davvero bella.



La scalinata sembra una grande fisarmonica, è formata da 577 scalini che, ovviamente, percorriamo in discesa. Tra le varie rampe troviamo una serie di fontane, di acqua non potabile (troppo facile altrimenti...), che rappresentano i 5 sensi e le 3 virtù, tutto in uno stravagante stile barocco.


Raggiungiamo quindi il centro di Braga, terza città del Portogallo, ma così contenuta che, col camper, troviamo facilmente posto in centro.

La zona pedonale è carina. Percorriamo tutta l'avenida Central piena di aiuole fiorite e andiamo a visitare la SÉ, l'antica cattedrale.


Infatti è la più antica del Portogallo ed è formata da stili diversi. In pratica tutti quelli che sono passati da Braga, dal 1070 in poi, hanno voluto dire la loro. Lo stile dominante è il romanico, con aggiunte di manuelino (tipico portoghese) e di barocco (con cascate di ghirigori dorati).

Ma i vicoli sono spettacolari, soprattutto per le facciate delle case spesso rivestite di maioliche, gli azulejos.


In teoria, a questo punto, dovremmo ripartire verso BARCELOS, ma ho la curiosità di vedere un monastero sconosciuto per le guide (..tanto è di strada..) e, per fortuna, al volante del camper un marito "mmmoooltoo" paziente che mi nega raramente qualcosa, in modo particolare in vacanza.
Quindi, percorrendo una serie di stradine in sanpietrini, che col camper significa tutto che vibra in modo chiassoso (soprattutto pentole e posate), arriviamo in un posto incantevole.


É il Mosteiro de Tibaes.
É stato costruito in onore di San Benedetto. Ha intorno campi di mais e vigne, fontane, colonnati di pietra, uno splendido chiostro, le cucine con enormi camini e tavoli in pietra. La chiesa un capolavoro.




Anche qui gli stili si mescolano...

Lasciamo la deliziosa deviazione alle nostre spalle..


..e con un acquazzone, seguito da un meraviglioso arcobaleno, arriviamo a BARCELOS.

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Oggi - 9.8.18
BARCELOS - GUIMARAES - PORTO

Sveglia presto, solo a causa del fuso...
Barcelos è una piccola, graziosa cittadina famosa per aver generato, grazie ad una leggenda, la notorietà del galletto simbolo del Portogallo.
Si racconta, infatti, che un pellegrino in rotta verso Santiago, fosse stato accusato del furto di un galletto proprio in questa città, condannato all'impiccagione, disse che il  gallo stesso, ormai cucinato, avrebbe proclamato la sua innocenza levandosi in volo...il canto del gallo e la sua fuga dal piatto del giudice, confermarono l'innocenza del mal capitato.

La piazza principale ci accoglie proprio così...


Ma il paesino è famoso anche per il suo mercato del giovedì e, guarda caso, oggi è proprio giovedì.

Il mercato, che non possiamo non visitare, subito non ci fa una bella impressione. La lingua più diffusa il francese. Ovunque regolari banchi  di merce contraffatta, presa d'assalto. Sembra di essere a Sanremo. Gli ambulanti urlano per attirare la clientela.

Ma, addentrandoci, scopriamo che la piazza è divisa in zone distinte...cibo, artigianato, animali... 
Quella che incontriamo dopo è dedicata alle terrecotte dove il galletto e il vasellame tipico occupano il posto d'onore.



Procedendo troviamo la parte legata all'agricoltura e alla viticoltura, con oggetti, come enormi alambicchi in rame, che da noi non sono così legali...


Poi salumi, pane e dolci...


Frutta e verdura hanno una zona molto ampia e sono presi d'assalto.


Notiamo che molti degli ambulanti sono anziani, donne e uomini che mostrano i segni tipici di una vita di lavoro di campagna. Belli, sereni.



Una zona è specializzata nella vendita di polli, galline, pulcini di varie dimensioni, anatre, galli, porcellini d'india.



Una signora "caccia" una serie di galline in una piccola scatola di cartone. Gli acquirenti sono una giovane coppia, alta, elegante.


Proseguiamo e troviamo tessuti, vimini, corde, selle, oggetti in legno.


Restiamo davvero incantati da questo mercato unico nel suo genere...anche se, per uscire, ci tocca ripassare attraverso le frotte di francesi che continuano imperterriti ad accalcarsi sulle false griffe.

Percorriamo le viuzze del piccolo centro storico e capitiamo, sempre per caso, davanti ad un locale "In rio", che propone abbondanti piatti davvero a poco. E' pieno, è in una posizione panoramica, è consigliato da Le Routard e ...é ora di pranzo.
Entriamo e con pochi euro ci prendiamo due bei piatti di ottimo bacalau.

Belli sazi, lasciamo Barcelos.


Ripartiamo verso Guimaraes, cittadina medievale, patrimonio UNESCO.

Troviamo, come al solito, un ottimo e strategico parcheggio.
Visitiamo subito il Castelo che domina il villaggio. 
E' uguale a quelli che si fanno sulla spiaggia sfruttando, come base, un bel sasso.


Entriamo a visitarlo. Impieghiamo più tempo per fare il biglietto che per vedere l'interno. Però, come al solito, merita, per come è conservato e per la vista panoramica che offre.

Andiamo poi a vedere il Palazzo Ducale. Davvero bello. Le sale sono arredate in modo incantevole. Arazzi, mobili antichi intarsiati e soffitti a scafo rovesciato, ci impressionano.
La parte superiore del palazzo è riservata al Presidente della Repubblica Portoghese...


Un giretto per il centro storico, molto carino, una visita alle antiche concerie e si riparte.


La meta successiva è Porto. 
I chilometri non sono molti, ma ci "impanchiamo" (come dicono i miei alunni...) perché non sono segnate aree di sosta per camper e i campeggi si trovano fuori dal centro.
Decidiamo di provare comunque a dirigerci verso le foci del Douro...
Siamo fortunati. Troviamo un parcheggio pieno di mezzi come il nostro. La vista è invidiabile.
E' un quartiere di pescatori e i locali che incontriamo, in una breve passeggiata, confermano che anche i ristoranti sono tipici.



La buonanotte oggi è così...



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Oggi - 10.8.18
PORTO


La giornata di oggi è tutta dedicata alla visita di Porto.

Siccome siamo qua, raggiungiamo il ponte Luis I in bicicletta, costeggiando il Douro e le cantine dei più famosi marchi di vino, nella Porto Gaia.


Restiamo affascinati dall'imponente ponte in ferro, lo attraversiamo e ci troviamo nella parte bassa della città, ancora poco affollata.
Le case sono coloratissime, molte decorate con azulejos.





Dopo esserci riempiti gli occhi di fiume, ponte, barchette e casette, iniziamo la visita della città, tutta col naso  per aria.

Prima meta la chiesa di San Francesco. 
Caruccio il biglietto, ma l'interno una cascata di legno dorato, così eccessivo che la Chiesa stessa l'ha sconsacrata. Faccio una foto truffaldina della navata...non si potrebbe...



Passiamo al palazzo della Borsa e prenotiamo una visita per il pomeriggio (solo visite guidate).
Poi è la volta del panorama che offre la terrazza della chiesa di Nostra Signora della Vittoria. Unico, sulla città e sulla cattedrale nella collina di fronte.


Continuiamo a salire per strette viuzze, scarpiniamo, fino ad arrivare alla "magrissima" igreja do Clerigos e al suo altissimo campanile, che sarà il nostro punto di riferimento durante tutto il tour.



Poco distante, tralasciamo la libreria Lello a causa di una coda di circa 100 metri per entrare...e andiamo ad ammirare, scendendo e salendo per le vie del centro,  il meraviglioso atrio della Stazione dei treni de S. Bento, ricco di azulejo che ricordano vicende della storia portoghese.



Poco distante c'è la cattedrale, Sé, con davanti un monumento, il Pelourinho e un superbo panorama sulla collina opposta.



Torniamo verso la Ribeira, la parte bassa della città, per mangiare un boccone ed essere pronti per la visita del Palazzo della Borsa.


Merita. La guida è scrupolosa nel fornirci chiarimenti e curiosità sull'edificio, sulle sale e sulla storia del commercio portoghese. L'ultima sala ci lascia a "bocca aperta".
E' il salone Arabo, decorato completamente con stucchi e legno intagliato,  ideato con l'intento di stupire gli ospiti; in bianco, oro e azzurro è davvero un posto da sogno.



Dopo la visita ci iniziamo a dilettare nel ripercorrere le strade del centro. Passiamo nella larga Avenida dos Aliados, dominata dal Palazzo del Comune.


Passeggiamo in Rua de Santa Caterina e osserviamo, ...da fuori.., il famosissimo Cafè Majestic, bellissimo locale punto di riferimento per intellettuali di ieri e di oggi.


Salendo e scendendo, torniamo alla Livraria Lello e, questa volta, la coda è quasi assente.
La facciata bianca  è in stile  Art Nouveau.


...l'interno...



..indescrivibile la sua bellezza. Non è grande, molto affollata, con altissimi scaffali in legno e vetrati ai lati, un soffitto di legno intarsiato e, nel centro, una scala intrecciata, sempre in legno, che conduce ad un piano superiore.
La scala è davvero un capolavoro. 
Pare che questa libreria e la sua scala siano state  d'ispirazione per i romanzi di Harry Potter...

Torniamo nella zona della Ribeira percorrendo i vicoli più stretti che troviamo. Alcuni sono spogli, altri offrono  scorci deliziosi per la mia Nikon.





Ci sediamo sull'argine in pietra del fiume e osserviamo il passaggio di barche, turisti, ragazzi che si tuffano, bancarelle...è tutto magico, come capita quando si è in vacanza in un posto nuovo...e bello..

Ancora qualche scatto...






..poi, riprendiamo le nostre bici e ripercorriamo il ponte e i circa 6 chilometri che ci separano dal nostro camper.

Dirigendo alla Taberna di Sao Pedro, scopriamo che tutte le basse abitazioni  di questo quartiere di pescatori, hanno posizionato sul marciapiede, bracieri di varie dimensioni sui quali, persone di ogni età, cucinano il pesce fresco.


La Taberna ci propone dei piatti deliziosi alla brace e ottimo vinho verde di questa zona.




E con questo... a domani.

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Oggi - 11.8.18
PORTO - COSTA NOVA DO PRADO - AGUEDA - COIMBRA


Sveglia presto, infatti alle 6 ci bussano al camper perché abbiamo parcheggiato dove oggi c'è mercato... Il divieto in giorno di FEIRA, non significava di festa bensì di MERCATO ... quindi ci spostiamo di pochi metri e continuiamo a dormire.

La breve pausa ci fa sentire, però, il verso di numerosi gabbiani che probabilmente aspettano che partano o arrivino i pescherecci. 

Dopo la sveglia, quella vera, torniamo con le nostre bici a Porto Gaia, per visitare le cantine di vino della CALEM, una delle più antiche del Portogallo e una delle tre aziende ancora solo di proprietà esclusivamente portoghese.


La visita inizia con una museo interattivo, interessante e ben strutturato, che spiega le qualità dei terreni della valle del Douro, la vinificazione e l'invecchiamento.
Scopriamo che le viti hanno le radici nella roccia che permette di mantenerle umide nelle estati calde e allo stesso tempo mantenere il calore negli inverni più freddi. 



La visita prosegue con una guida che ci porta a vedere le botti e il procedimento di stoccaggio e di invecchiamento, offrendo oltre che informazioni tecniche, anche curiosità simpatiche.
Ad esempio, nel passato, chi puliva le botti più grandi veniva calato con una corda all'interno ed era obbligato a cantare per tutto il tempo della durata del lavoro per far sapere che non aveva perso i sensi a causa dei "fumi".


La degustazione finale ci distrugge. Tre bicchieri di Porto a stomaco vuoto ci rendono così allegri che la guida ci prende in simpatia ed esclude dalla conversazione gli atri quattro turisti, in gruppo con noi.



Riprendiamo le bici e la sosta successiva è il Mercado. Quelli principali di Porto sono chiusi per restauri, ci infiliamo in questo per curiosità e restiamo rapiti da un'insalata di polpo alla quale non ci sentiamo di dire di no...



Il ritorno al camper, in bici, non è la cosa più facile. Il Porto, la pancia piena, il caldo, i fumi di braci e i pro-fumi di pesce alla griglia che saturano l'aria, i sampietrini della strada (che in bici mi procurano vibrazioni di tutte le membra, dalle guance in giù), non aiutano la pedalata.


Ripartiamo verso Costa Novo do Prado. E' un villaggio sull'oceano Atlantico, poco conosciuto, caratterizzato da piccole abitazioni di travi di legno vivacemente pitturate a righe verticali. I colori richiamano quelli delle imbarcazioni dei pescatori locali.



Gironzoliamo a piedi sulla grande spiaggia e nel piccolo centro. La sabbia è formata da reti di conchiglie più o meno sminuzzate. Ne raccolgo alcune intere.




Ci infiliamo nel ricco mercato del pesce. Dalla ricchezza di specie e dalle quantità si capisce che la pesca è la principale attività del paesino.


Continuiamo il nostro viaggio verso Agueda, altro piccolo villaggio poco frequentato, ma che è stato il primo ad avere l'idea di ombreggiare le vie del centro (..tre..) con ombrelli variopinti appesi.




Il piccolo centro oltre ad un numero impressionante di ombrelli ha panchine, scalinate, lampioni colorati.


Sembra che abbiano fatto progettare le vie centrali ai bambini dell'asilo. E' bellissimo.
Foto, foto, foto.



Il nostro viaggio prosegue verso Coimbra.
Troviamo un ottimo posto per pernottare nel Parque do Choupalinho, un enorme giardino pubblico di fronte alla città e collegato alla stessa da un lungo ponte pedonale molto vivace per i suoi pannelli in vetro colorato.


Una passeggiata e a nanna.

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Oggi - 12.8.18
COIMBRA - TOMAR


Domenica, colazione a letto. Poi via x visita della città.
Attraversando il variopinto ponte pedonale arriviamo ai piedi di Coimbra.


Qui le donne devono avere "glutei perfetti" perché tutta la zona antica è divisa tra strette e ripide stradine o lunghe scalinate. Uno step d'altri tempi 😊.

Ci arrampichiamo fino all'università. Per fortuna arriviamo presto perché dopo di noi le code diventano improponibili.

Prima visita l'enorme piazzale del Palazzo das Escolas, così bianco che si fatica a tenere gli occhi aperti, sul quale si affaccia la torre dell'orologio che scandisce orari di lezione e festeggiamenti di laurea.



Il passo successivo è la biblioteca Joanina, un posto quasi fantastico.


..altra foto truffaldina...
Una curiosità, i locali sono abitati da colonie di pipistrelli che, mangiando gli insetti, permettono una'ottima conservazione dei libri. I tavoli vengono coperti ogni sera da teli in cuio 😎.

Continuiamo il giro, cappella, saloni, fino ad arrivare ad un terrazzino sospeso nel vuoto dal quale godiamo di una vista impagabile della città.


Il nostro tour prosegue verso la cattedrale nuova (Sé Nova), mmmhh.. niente di che...
Ci affascina, invece, la Sé Velha, la cattedrale antica, molto interessante sia fuori..



..che dentro, col suo particolare chiostro gotico, che contrasta con l'aspetto dell'edificio più simile a quello di una fortezza. 


Gironzoliamo per le stradine e le ripide scale del centro storico; su, giù, sotto un arco, trovando ghiotte occasioni da scatto.





Un boccone e proseguiamo col Monasteiro de Santa Cruz.


La sua storia si ricollega alla nostra perché al suo interno viene venerato Sant'Antonio da Padova che visse per 8 anni proprio a Coimbra.



Tornando al camper, percorrendo le vie del centro, non riesco a resistere e compro un gatto (colleziono gatti seduti)...ceramiche di Coimbra pitturare a mano 🐈


Lasciamo la splendida Coimbra e puntiamo verso TOMAR. 
Arriviamo a un'ora dalla chiusura dello splendido Convento do Cristo, antica fortezza dei cavalieri templari, ora...patrimonio dell'UNESCO.


Non vogliamo fare una visita veloce, quindi rimandiamo gli interni a domani e ci concediamo una passeggiata lungo le mura e tra i numerosi giardini.



Non è tardi, quindi andiamo a vedere l'acquedotto che un tempo riforniva il Convento e che è ancora ben conservato.

C'è movimento e, stupidamente, iniziamo a camminare sulle mura dell'acquedotto senza valutare veramente i rischi. 
Non ci sono divieti, partiamo tranquilli, sì è alto, arriviamo fino in fondo....



Sotto il vuoto, niente parapetto, certamente non è stata una mossa intelligente...
Torniamo indietro dalla stessa strada...
...per mio marito poteva essere il delitto perfetto... una spintina... "E stata una disgrazia..".…"era tanto brava.." 😊

Da sotto fa ancora più impressione.
Ho il piloro in subbuglio...


Decidiamo quindi di andare a mangiare qualcosa nel centro di TOMAR. 


Il paese è caratterizzato da stradine con ai lati casette bianche. Le porte hanno contorni in pietra chiara o pitturati di giallo.



Troviamo un ristorantino niente male.
Una bella bottiglia di rosso, qualche antipastino, una picanha, un salmone e...




...una vista da sogno...


PS. Le foto dei piatti le dedico tutte al mio papà....

PPS....solo Monica sa che siamo tornati al camper cantando allegri ritornelli di "Battisti" 😂 (i benefici di un vino da 13 gradi)

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Oggi - 13.8.18
TOMAR - FATIMA - BATALHA - ALCOBACA - NAZARE

Giornata lunga e piena di emozioni.
Partiamo con la visita del Convento do Cristo.
L'inizio è strepitoso perché ci accoglie il Chiostro del Cimitero. Muretti di azulejos che reggono bianche arcate gotiche.


Proseguiamo e restiamo incantati dalla Chiesa. Circolare, con un altare barocco, tutto oro, al centro. Unica. Mai visto niente di tanto bello.



Un tempo i cavalieri entravano in questo luogo sacro, a cavallo, per essere benedetti prima di partire per le crociate.

Il grande chiostro è davvero un'opera d'arte. 



Passiamo in rassegna tutti i locali, le cellette dei monaci, qulle dei novizi, il refettorio e le meravigliose cucine.


L'acquedotto, su cui ieri abbiamo camminato, forniva una notevole quantità d'acqua al monastero. Troviamo fontane ovunque.

In ultimo ci soffermiamo a osservare bene tutti i dettagli della grande finestra di TOMAR.
In Portogallo, è considerata la più affascinante scultura manuelina....e anche il muschio, nel contesto, contribuisce a renderla più vera.


Appena usciti, troviamo un banchetto di frutta e piante profumate dove acquistiamo un sacchettino di dolcissimi fichi secchi.


Andiamo a FATIMA.

Sul sagrato della Chiesa numerosi sacerdoti stanno concelebrando la S. Messa. A lato dell'altare, su un cuscino di fiori, c'è la statua della Vergine.


Il piazzale è affollato di persone di ogni età e nazionalità.
È tutto molto commovente.


Ci posizioniamo tra l'ingresso della chiesa e l'altare e seguiamo tutta la funzione che termina con i saluti in tutte le lingue più diffuse.


Poi i sacerdoti iniziano a sfilare in processione tra la folla e la lunga fila viene chiusa dalla Vergine che, lentamente, si muove sopra le teste dei presenti i quali sventolano fazzolettini bianchi.
Tutti cantano.


L'emozione è troppa e non riesco piu a trattenere le lacrime.


Finita la cerimonia, le campane iniziano a suonare, aprono le porte e entriamo nel Santuario dove sono sepolti i tre pastorelli. 
Una sosta alla cappella delle apparizioni, ancora uno sguardo al grande piazzale dove si muovono persone in ginocchio, code di pellegrini che portano mazzi di ceri, di ogni dimensione, e turisti.



Davvero commossi lasciamo il Santuario Mariano.


Pochi chilometri ci separano da BATALHA, pranzetto in camper e si riparte.

Il grande Monastero di Santa Signora della Vittoria ci aspetta.


E considerato la massima espressione dello stile gotico in Portogallo.
L'interno è molto bello, oltre 80 metri di lunghezza per 30 di altezza. Tutto bianco.


Nella luminosa cappella del Fondatore c'è l'enorme tomba di re Joao e della moglie. È molto romantica la scultura dei due reali distesi, come addormentati, con lui che tiene la mano della consorte.



Anche questo monastero ha il suo chiostro, il chiostro Reale, e anche questo è incantevole.



Una delle stanze che vi si affacciano, la sala capitolare, presenta un monumento al milite ignoto costantemente piantonato da due soldati.

In ultimo passiamo dalla Cappella Imperfetta, che di imperfetto ha poco, ma non è stata ultimata, che ha un arco di tutto rispetto.



Questa mattina, a Tomar, abbiamo fatto un biglietto cumulativo e, siccome è compreso e noi veniamo dalla Liguria, anche se non era in programma, andiamo a visitare il monastero di ALCOBACA 😊.


È il primo monumento interamente gotico del Portogallo (la parola "primo" qui va molto, e come non capirli, dopo i passaggi di inglesi e francesi nella storia...).

L'interno è particolare.


In fondo alla navata le due splendide tombe di re Dom Pedro I e di Dona Ines.



La loro una triste storia. Lui, vedovo, si era risposato con una dama di Corte, Dona Ines, legame non approvato dal padre di lui che la fece uccidere. Dom Pedro, folle di rabbia, diede vita ad una guerra civile e vendicò la morte della moglie. Divenuto re pare che  fece riesumare il corpo dell'amata per incoronarla regina e presentarla comunque al regno.

Ed eccoci nel chiostro delle Arance.

  
Ma il pezzo forte è la cucina.




Un immenso locale piastrellato di bianco soffitto compreso, con una parete di lavabi, grandi tavoli in pietra e un camino che, come si può notare, occupa tutta la stanza.
... purtroppo la foto non rende come dal vero...

Dal sacro ...finalmente passiamo al profano e ci buttiamo nella pasticceria ALCOA, una delle più famose della regione e assaporiamo qualche "corona della badessa" e "pasteis de nata".




La giornata di oggi si conclude sulla lunga e bella spiaggia di NAZARE.



Il paesino turistico è sovraffollato e dopo due passi per il centro ci infiliamo nel ristorantino Maria di Mar, dove gustiamo finalmente una Caldeirada Special, una sorta di zuppa di pesce e verdure.


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Oggi - 14.8.18
NAZARE' - OBIDOS

Sveglia con calma e poi via, in giù, in picchiata, verso il centro di NAZARE'.
Il paesino, un tempo di pescatori, oggi è una rinomata località turistica.


Il centro, una serie di strette viuzze parallele tra loro e perpendicolari al mare, è composto da casette bianche dal tetto rosso.

Nelle piazzette e sul mare si alternano ristorantini e negozi di souvenir.

Prendiamo l'elevatore che ci porta, rapidamente, su, nel quartiere del Sitiu.


In teoria dovremmo godere di una vista della spiaggia, invece fa freddo ed è coperto.


Ma noi non ci preoccupiamo e confidiamo nel fatto che nelle ore più calde dovrebbe migliorare...infatti...
Tempo di visitare la Chiesa di Nostra Signora di Nazaré e la Ermida da Memoria che ci appare un panorama unico.



Costeggiamo l'alta falesia di Nazaré fino ad arrivare al faro.



Entriamo nel faro, molto bello.



Divide due lunghe spiagge, una popolata da turisti e una da surfisti, esperti...,



che vengono a provare le alte onde invernali.


All'interno c'è anche un piccolo museo che documenta la storia del faro e di questo sport che, in alcuni momenti, è davvero estremo.


Risaliamo verso il Sitio osservando i giochi di sabbia che le onde disegnano sulla spiaggia.


Torniamo giù, verso il paese, costeggiando la falesia.

Le donne "anziane" del posto, alcune con abiti tipici, siedono lungo le strade principali e ricamano, vendono frutta secca o guardano il passaggio mostrando cartelli nei quali offrono stanze in affitto.


Ci "perdiamo" nei vicoli, alcuni molto particolari...



Seguendo il consiglio di gente "esperta" di locali dove si mangia bene (i miei mi hanno chiamato minacciando le peggiori cose se non ci fossimo andati, nominando anche altri cari amici...) andiamo a pranzare D'Adelia, un bel ristorante che ci gratifica il palato con pesce fresco e ottimo vino Blanco.




Una sosta sulla spiaggia e di nuovo su, torniamo al camper.

Destinazione successiva OBIDOS.

Ci arriviamo che manca poco al tramonto. Il villaggio ha conservato il suo fascino medievale.

Ha mura perfette e noi le percorriamo tutte osservando il bellissimo borgo dall'alto.


Anche qui non esistono protezioni, ma il camminatoio è abbastanza largo e l'altezza non supera i dieci metri.

Il paese, le case bianche, i tetti rossi appena incurvati, i contorni di porte e finestre gialli, i merletti delle mura...al tramonto, sono uno spettacolo unico.



Arriviamo al castello.
Fuori dalle mura campagna coltivata a vite.


Percorriamo la via principale (sono due in tutto) e ci infiliamo in un bel locale, il Bar Ibn Errik Rex, per degustare la ginjinha, un liquore a base di ciliegie tipico della zona.
Il bar è stato ricavato da un negozio di antiquario e pareti e soffitti sono decorati con bottiglie di Porto soprattutto di piccole dimensioni.



Percorsi pochi metri ecco un forno che "sforna" dolcetti a base di mandorle, noci, arancia... E ci fermiamo anche qui.


Appagati torniamo a "casa".

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Oggi - 15.8.18
😎Buon Ferragosto😎

OBIDOS - FARO CABO CAVOEIRO - SINTRA - FARO CABO DE ROCA



Fortuna che abbiamo visto ieri Obidos perché questa mattina c'è il mondo.

Noi andiamo a vedere il faro di CABO CAVOEIRO.


Il faro si trova sulla penisola di Peniche.
La costa, frastagliata, è a picco sul mare. Le rocce erose da  onde e vento sono davvero uniche.



Alcuni pescatori lanciano i loro ami nel mare da altezze impressionanti.


Dirigiamo verso SINTRA e decidiamo di seguire, per quanto possibile la costa.
Entriamo nella regione dell'Estremadura.
La nostra scelta si rivela valida. Troviamo il Portogallo vero, quello che piace a noi. Campi di zucche e mais, case bianche, scorci sul mare, muretti a secco e tanti mulini.





Quasi a Sintra...


Troviamo un comodo parcheggio vicino alla stazione, con un bus raggiungiamo il centro.
La citta è per gran parte immersa in un fitto bosco. Tra gli alberi si scorgono ville molto belle, in stili diversi.
Il centro è piccolo. Andiamo subito a visitare il Palacio nacional.



Le foto non rendono giustizia. Il palazzo è caratterizzato da due enormi trulli bianchi che sono i camini delle cucine.

È molto bello. Si alternano varie sale che prendono, generalmente, il nome dai decori  e dai soggetti dei loro soffitti.

La sala dei cigni...



La sala delle gazze...


La sala dei velieri...



Il magnifico salone dei blasoni...


Per arrivare a quelle che a noi piacciono tanto...le cucine, responsabili dei due enormi camini (che sembrano due lunghi trulli e..secondo noi ci piove dentro...)



Non osiamo immaginare cosa potesse girare su quegli spiedi ...


Cucine... quindi... sala da pranzo.... questa è piantonata...😎
Davvero magnifica !



Usciti, ci aggiriamo nei vicoli di Sintra, come al solito, tra baretti e negozietti di souvenir, su e giù.
Scalette e vicoletti, ci stiamo abituando. E' ferragosto, c'è un mare di gente.

Qui troviamo molti artigiani di azulejos.



Abbandoniamo anche Sintra (per i nostri gusti un po' troppo commerciale e apparentemente poco reale) per tornare sulle stradine che ci affascinano e dirigere verso un altro faro.


Cabo de Roca.
È qui che passeremo la notte prima di affrontare Lisbona.
Due passi e qualche foto.




Una stele comunica che questo è il punto più a ovest d'Europa


Si accende il faro, il vento, con lunghe raffiche, dondola la nostra casetta e noi, con la Streisand in sottofondo, ci godiamo questo fine giornata.



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Oggi - 16.8.18
CABO DE ROCA - LISBONA

La notte il vento soffia raffiche che ci "sbatacchiano", ma anche quello, assieme ad un silenzio incredibile, ha il suo fascino.


Appena svegli, come prima cosa, corro all'ufficio Nazionale di Turismo per farmi rilasciare la certificazione...Si, perché io qui sono già venuta nel 1978, il turismo non era "di massa" come oggi e veniva rilasciato un documento che attestava di essere stati nel punto più a ovest d'Europa...però era un giorno di festa e l'ufficio era chiuso...adesso ho l'attesto ufficiale...


Ancora qualche giro nei sentieri sotto al faro, qualche foto con la luce del mattino e via, verso Lisbona.


Da quando siamo partiti non abbiamo ancora fatto campeggi. Il camper è autosufficiente, un po' come una barca. Tutte le sere doccia calda e un'ottima autonomia. Però, per visitare la capitale, preferiamo entrare nel camping Lisbona ed essere più tranquilli.

Alle 15, dopo un pranzetto all'ombra nella nostra bella piazzola, siamo in centro e iniziamo a gironzolare.


Un comodo bus ci porta in Piazza del Commercio.


Superiamo l'Arco da Rua Augusta e ci troviamo nel quartiere di Baixa, quello più commerciale, con le lunghe vie parallele piene di negozi famosi, bar, ristoranti.


Arriviamo in piazza Dom Pedro IV, con la sua immensa statua (che in realtà non rappresenta lui, ma l'imperatore del Messico..)


...e in Praca da Figueira. Qui in infiliamo nell'ennesima pasticceria, la Confeitaria Nacional, per una merenda.


Dirigiamo verso la Chiesa di Santo Domingos, che non è un gran ché, ma in quella zona vive una numerosa comunità di colore.



Passiamo la stazione centrale do Rossio..


...e saliamo verso Largo do Carmo, nel quartiere del Chiado.
Qui assistiamo al cambio della guardia, davanti alla sede della Guardia Nazionale Repubblicana e..


...visitiamo la chiesa museo do Carmo, particolare per il suo soffitto "leggero"(la chiesa era stata distrutta dal terremoto del 1755 e malgrado qualche tentativo, mai più ricostruita completamente).


Saliamo, anche qui salite e discese non mancano.., e passando da una strada all'altra e da una piazza all'altra, arriviamo davanti al cafè "A Brasileira" e ci scattiamo la classica foto seduti con Pessoa.


Proseguiamo ancora, in salita, verso il Miradouro Sao Pedro, fotografiamo uno dei tanti Ascensor della città (in realtà una funicolare) e poi il meraviglioso panorama dalla terrazza.



Salendo ancora raggiungiamo i giardini di Piazza del Principe Reale, dove un enorme cipresso cresciuto "a ombrello", domina la scena.



Scendiamo verso piazza das Flores, qui le casette sono graziose e il traffico di turisti meno intenso.



Con calma riprendiamo le salite e discese per tornare in Piazza Figueira dove un efficiente bus ci riporterà in campeggio.

Intanto fotografiamo.




La città è molto affollata (strano...la settimana di ferragosto..), il traffico di auto e strani mezzi di trasporto è davvero intenso, ma la macchina fotografica riesce a rendere migliore tutto il contesto, anche se, in una grande capitale, la folla fa parte del folclore locale.

Una birra e via verso casa. Per domani abbiamo pronta una Lisboa Card da far rendere a pieno (il solito spirito ligure che prende il sopravvento) e quindi sveglia presto...notte a tutti...

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Oggi - 17.8.18
LISBONA

La giornata inizia presto (per approfittare a pieno della Lisboa Card che abbiamo già attivato ieri sera, con noi rischiano il tracollo...).
Raggiungiamo presto, percorrendo una città deserta,  Piazza Martim Moniz per salire sull'elettrico    n. 28 senza fare molta coda e ci accorgiamo che tutti i turisti di Lisbona hanno avuto la stessa idea e sono concentrati proprio qui.
Per fortuna, puntano tutti  a stare seduti, noi siamo sportivi e in piedi si vede e si fotografa meglio, così riusciamo a salire senza aspettare molto.


Il tram è davvero caratteristico, con rifiniture in legno, il conducente che sposta manovelle, che suona nei tragitti.


Si arrampica su per il quartiere dell'Alfama, percorre ripide stradine in cui passa a stento, riesce a girare in posti davvero stretti, suona...
Arriviamo al miradouro de Santa Luzia e inizia a scendere, a capofitto, giù per viottoli ormai affollati di turisti...suona, strattona.
Ad ogni fermata le persone, turisti e pazienti residenti con la spesa, lentamente scendono; altri, comodamente salgono. L'autista non ha fretta. Da informazioni, fa biglietti, ...scende a manovrare scambi per poter procedere...incredibile.


Tagliamo il quartiere della Baixa e ricominciamo a salire, per il Chiado e il Bairro Alto, i quartieri che ieri abbiamo battuto a piedi e che quindi conosciamo.
Passiamo La Brasileira, il teatro, il Miradouro de Sao Pedro, la basilica de Estrela e arriviamo al capolinea.


Scendiamo e rifacciamo la coda per tornare verso il quartiere dell'Alfama. Anche qui, grazie ai pigri turisti, guadagnamo velocemente la salita.

Il ritorno ci conduce nella zona della Torre di Belem, superiamo piazza del Commercio e ricominciamo a salire per l'Alfama.

La nostra corsa termina proprio al Miradouro Santa Lucia, dove ci sbizzarriamo a fare foto. Un posto "da cartolina".



Camminando nelle strette vie del quartiere ci rechiamo al Castelo de Sao Jorge. La visita merita anche solo per il panorama che offre. La città e il fiume Tago sono ai nostri piedi.
Altre foto.





Il castello è un'antica fortezza, con una bella cinta di mura (con protezioni), che percorriamo per intero, salendo anche sui torrioni che incontriamo.


Il giardino e il belvedere sono piacevolmente freschi grazie a ulivi e altri alberi secolari. Dei pavoni si aggirano liberamente tra i visitatori.



Passando tra le viuzze troviamo i negozi più strani, tra cui "gioiellerie" di sardine e altro pesce in scatola.



Scendiamo verso la Sé Patriarcal, la cattedrale. Anche lei ha l'aspetto di una fortezza. L'interno è ampio e quasi buio.


Ma la parte più divertente è il suo esterno dove troviamo parcheggiati un gran numero di tuk tuk, dei colorati mezzi di trasporto con i quali vengono trasportati i turisti per le vie di Lisbona, a velocità elevata, zigzagando tra tram, bus e auto, in modo molto divertente.



E' quasi ora di pranzo, quindi decidiamo di scendere fino alla centrale piazza del Commercio, salire sull'elettrico n. 15 e provare la cucina del Mercado do Riberira.


Meraviglioso.
Il Mercado, un ampio spazio di vetro e acciaio, ospita il fior fiore della gastronomia portoghese e qui si possono gustare i piatti dei migliori chef portoghesi.


Nella zona centrale ci si fa spazio tra la folla per trovare un posto nei lunghi tavoli in legno.
Noi ci "tuffiamo" su un piatto di tartare di tonno con un calice di vino bianco. Degustiamo i primo, sorseggiamo il secondo...eccellenti.

Per non farci mancare niente, la mossa successiva è un buon caffè con due Pastelle da nata.

Appagati, riprendiamo il tram n. 15 che ci conduce nella zona di Belem.
Preciso "nella zona", perché la fermata è molto distante dal primo monumento che incontriamo, non tanto per una questione di cammino (ci aggiriamo intorno ai 23.000 passi al giorno di media), quanto per una questione di tempo. Qui molti gioielli di questa città aprono ai turisti tardi, dopo le 10, per chiudere presto, verso le 17, anche il mese di agosto.


Arriviamo, passeggiando lungo il Tago, al Monumento das Descobertas. Prendiamo l'elevator e saliamo fino allo stretto terrazzino sulla sua sommità, che offre, dai suoi 50 metri, l'ennesimo splendido panorama.


Riesco a fotografare bene il bell'intarsio di marmo che decora la piazza di accesso e rappresenta una rosa dei venti dal diametro di 50 metri.


Certo la foto del monumento, che rappresenta una serie di eroi nazionali, tra cui Vasco de Gama, che avanzano verso il fiume Tago, bianco, posso farla solo da "terra".



Proseguiamo per la Torre di Belem, sempre lungo fiume.


Questa incantevole costruzione è stata per secoli una torre di controllo marittimo per sorvegliare le navi alla foce del Tago. Al suo interno anche le prigioni e una bellissima Madonna con Bambino.


Anche qui, salendo su per una stretta scala a chiocciola (93 scalini...contati), ci guadagnamo la vista che offre la splendida terrazza.


Da qui, ci allunghiamo al Monasteiro dos Jeronimos....esagerato. Pensavo di essere ormai satura di Monasteri, ma questo...


Si entra da un portale in stile mandolino, quasi nascosto da una parte di edificio costruito in un secondo tempo. E' ricco di statue e decorazioni.

Appena entrati ai due lati la tomba di Luis de Camoes, poeta portoghese e di Vasco de Gama.



Ma il massimo è la navata, sostenuta da splendide colonne scolpite che vanno a collegarsi, come fossero dei giochi di funi, ad una volta a nervature.
Bellissima, bellissima, bellissima.



Le nostre visite finiscono qui e, siccome siamo stati proprio bravi, ci infiliamo nella "Pasteis de Belem", la migliore pasticceria di Lisbona (coda infinita, ma veloce), e ci prendiamo due Pastelle da nata (a testa...) che ci andiamo a gustare comodamente seduti nei giardini davanti al locale.



Risaliamo sul tram n.15 e torniamo in centro.


Anche qui ci tocca provare qualche specialità e, proprio perché siamo golosi, nel locale "Casa Portuguesa da Pastel de Bacalhau, ci prendiamo qualche frittella di baccalà e formaggio, con un bel bicchiere di birra.




Ancora due passi per il centro e rinunciamo all'idea di salire sul famoso elevator de Santa Justa, la coda è interminabile.


Quindi, ripensando alla giornata di oggi, come i grandi navigatori, riprendiamo la rotta del campeggio.


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Oggi - 18.8.18 ...bello...bello..
LISBONA -EVORA - VILA NOVA DE MIFONTES 

Lasciamo Lisbona, davvero bella, ma col suo traffico e la sua folla da mese di agosto, le auto ovunque (se ne togliessero l'80 %, sarebbero comunque troppe), le code, i bar, le luci e i tram e dirigiamo verso Evora.
Ci ripromettiamo di tornare, magari per un week end lungo, in una stagione più tranquilla, probabilmente con un  "classico e veloce" volo aereo...

Studiamo il tragitto per percorrere il Ponte de 25 Abril, quello rosso che ho fotografato ieri in più occasioni, e ci riusciamo.


Proseguiamo per Evora in autostrada, ma appena possibile ci ributtiamo su una statale. 
Secondo noi dovrebbero far pagare i pedaggi nelle strade secondarie, perché sono piene di bei paesaggi e attraversano sempre paesi e zone più interessanti del monotono paesaggio autostradale.

Infatti iniziamo a percorrere boschi sterminati di alberi di sughero, ogni tanto intervallati da campi di ulivi. Più vicino alle abitazioni, mandrie di mucche pascolano o si riposano all'ombra.


Per far fronte all'artigianato locale, le piante vengono parzialmente scorticate e segnate con dei numeri rossi o bianchi.


Percorriamo così un centinaio di chilometri e, prima di entrare in Evora, un'altra sorpresa. Siamo in una zona di migrazione di cicogne e i nidi sono ovunque.



EVORA.

Il nostro giro per la cittadina inizia nel primo pomeriggio, sotto un sole infernale. Le strade sono vuote e le casette bianche, incorniciate di giallo o blu, ci fanno sentire in un paesaggio da film.


Chiaramente anche la cittadina di Evora, come la maggior parte del territorio portoghese, è parte del patrimonio dell'UNESCO.



E' tutto così bello che la macchina fotografica scatta, in automatico, scorci di viuzze e finestre incantevoli.



Col naso per aria, arriviamo alla chiesa di Sao Francisco. Bella, ma la parte più "gettonata" è la Capela dos Ossos, costruita usando crani e tibie. 



Con lo stesso biglietto, per fortuna, si può visitare anche un delizioso museo dei Presepi, con statuette che arrivano da tutto il Portogallo, molto simpatico.

Continuiamo il giro e la città inizia a popolarsi di turisti e locali. 
Seguiamo una delle stradine principali, dove ai soliti negozi di souvenir si alternano anche bei negozi di artigianato locale, soprattutto ceramiche, oggetti in sughero e rami.



Salendo, arriviamo alla Sé, la cattedrale, con una bella facciata, un chiostro interessante (oggi non ne avevamo ancora visti...) e un bel terrazzo sui tetti della cittadina, che spiccano in contrasto con le pareti bianche.


Poco piu avanti, il tempio romano di Diana, molto bello, ma che mi fa sorridere per il contesto, così diverso come paesaggio, in cui si trova.


Qualche negozio espone sugheri e cicogne, i due pezzi forte della zona...


Godendoci ogni scorcio, torniamo al camper, parcheggiato sotto l'ennesimo acquedotto, lungo e perfettamente conservato.



Riprendiamo la strada e dirigiamo verso la costa. La prossima meta Vila Nova de Milfontes.


La strada è stupenda... dritta!!!
In 160 chilometri facciamo una dozzina di curve. 


Accanto a noi paesaggi stupendi, quelli che per noi sono genuini, il "Portogallo quello vero".
Distese di alberi di sughero, ulivi, coltivazioni intensive di alberi da frutto.


Troviamo pascoli di mucche, poi pecore, allevamenti all'aperto di simpatici maialini grigi, cavalli.


Attraversiamo candidi paesini bianchi con strade particolarmente strette.


Troviamo, lungo la strada, un'area pic nic eccezionale...



Siamo sempre in un lungo rettilineo.


Al tramonto arriviamo a destinazione.


Vila Nova de Milfontes è un piccolo villaggio, alla foce del fiume Mira, frequentato quasi esclusivamente da portoghesi, lontana dal turismo di massa. 
Ci posizioniamo vicino ad una grande spiaggia, il posto è quasi deserto. Domani mare!

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Oggi - 19.8.18
VILA NOVA DE MILFONTES - ODECEIXE - CARRAPATEIRA

Notte in paradiso. 
Gli unici rumori sono stati: cicale, vento e onde del mare.


È domenica ( Santo...Domingo...), ce la prendiamo comoda e con calma raggiungiamo la spiaggia, cioè scendiamo dal camper e siamo sulla sabbia.
Tra passerelle in legno e dune di sabbia, raggiungiamo la riva della bellissima PRAIA DAS FUMAS...



La sabbia è fine, il mare pulito e stranamente calmo, l'acqua gelata.


La scogliera, a picco sul mare è formata da roccia nera stratificata.



Camminando sotto la scogliera si raggiungono altre spiagge, tutte selvagge e spopolate.



Quella in cui siamo noi è abbastanza affollata (..affollata è un parolone...). 
La giornata calda, il mare calmo e il fatto che sia domenica, ha invogliato molta gente...  tutti portoghesi. 
In pochi fanno il bagno, i bambini corrono per non farsi raggiungere  dalle basse e gelide onde.


Noi entriamo e usciamo, abituati al bagno nel Tanaro queste temperature non ci infastidiscono. Ci asciughiamo e rientriamo, tutto il tempo che restiamo lì.
La sensazione più strana non si ha tanto nell'entrare in acqua quanto nell'uscire. La pelle fredda ha una reazione con l'aria calda e "frigge", un effetto, bello, che non avevo mai provato.


La spiaggia, malgrado l'estensione, è molto sorvegliata. 


Dopo qualche ora, ci spostiamo verso PRAIA DE ODECEIXE, il primo paese dell'Algarve, poco più a sud.
Lungo la strada file di eucalipti ci fanno ombra. 
Troviamo un deposito di sughero, con cataste di corteccia.



In breve tempo raggiungiamo l'immensa spiaggia che si apre alla foce di un fiume. 


Questa è popolata da numerosi surfisti, anche se le onde, oggi, per loro, non sono il massimo.



Le onde sono particolarmente lunghe e l'acqua, a differenza delle altre spiagge,  è bassa e non subito profonda.


Le rocce, sempre a strati, qui cambiano conformazione e colore.


Anche qui, la densità di turisti è molto bassa e ogni tanto si scorge qualche simpatico ombrellone solitario.



Tramonta il sole e ci godiamo tutto lo spettacolo finché non sparisce dietro l'orizzonte. 



Impagabile.





Con calma, riprendiamo la strada e ci spostiamo, ancora verso sud, a PRAIA DA BORDEIRA, vicino a Carrapateira.

Qui, dopo una doccia e una cenetta, con le note della raccolta di brani di Emma (...non la cantante...😊) e un sottofondo di cicale, andiamo a nanna.

+  +  +
Oggi - 20.8.18
PRAIA BORDEIRA, CABO SAO VINCENTE - SAGRES - LOULE'



Dormiamo dove si vede il pallino rosso. Silenzio, cicale, molto vento.

Dopo una sana colazione ci avviamo verso la spiaggia....
Guadiamo un fiume..


Camminiamo per un bel po' su una infinità duna di sabbia..


Osserviamo le nostre orme che, velocemente, vengono cancellate dalle raffiche di vento

  
..e finalmente arriviamo in "spiaggia"



Il fiume si spegne poco prima di arrivare al mare.

E' il regno dei surfisti e, sulla spiaggia, le scuole si distinguono dal colore della maglia





Noi passeggiamo lungo il litorale. Più procediamo verso la fine di questa distesa di sabbia, più si spopola.
Dietro al promontorio c'è un'altra spiaggia infinità, deserta.


Non siamo i soli a passeggio ...


Entriamo spesso in acqua, fa molto caldo, ma il vento ci asciuga in pochi minuti.


Ci fermiamo ad osservare i surfisti più bravi, alcuni si distinguono per il tempo che riescono a stare sopra le onde.



Il vento costringe i bagnanti a trovare rimedi  originali per contrastarlo.


...ma ridiamo perché c'è chi insegue un cappello o una ciambella-materassino....

Dopo la mattina di mare, lasciamo questo sogno e dirigiamo verso il Cabo de Sai Vincente


Anche qui un bel faro e vista sulla costa




Poco distante, visitiamo il fortino di SAGRES. Famoso per la sua rosa dei venti, non ci entusiasma per niente.




Bella, invece, la vegetazione che troviamo nell'ampia zona intorno e il panorama



Andiamo quindi a LOULE', parcheggiamo in centro, ci facciamo una bella doccia e andiamo al ristorante O' Pescatore, vicino al  mercato, dove dopo una breve attesa (il posto è molto affollato) ci sediamo.

Purtroppo hanno finito le sardine, mi tocca un branzino alla griglia. Guido si "butta su un maialino"...dolcetto, sangria e si va all'area dove dormiremo... facendo bei sogni..


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Oggi - 21.8.18
ALMANCIL - FARO - MINAS DE RIOTINTO

Visita della chiesetta di Sao Lourenco de Amancil. In cima ad una stradina di casette da bambola


..troviamo questa miniatura di chiesa...


...ma dentro...un enorme altare baroco e....un tripudio di azulejos. Pare che sia uno degli esempi maggiormente riusciti dell'inserimento di azulejos nell'architettura sacra portoghese.



Passiamo da Faro per alcune commissioni...evitiamo il mare, questa zona è presa d'assalto...

Superiamo il Rio Guadiana, che segna il confine ed entriamo in Spagna.




Il Portogallo è stato al di sopra delle nostre aspettative. Mentre andiamo ripercorriamo le "tappe"....tutte belle.

Si ritorna al vecchio fuso orario e...
Improvvisamente siamo più vecchi di un'ora!

Arrivati a Huelva ci togliamo dall'autostrada e andiamo verso Madrid... non siamo ancora stufi di vagabondare.

Per la strada troviamo campi sterminati di girasoli secchi che si alternano a uliveti


Poi, improvvisamente, solo boschi di pini marittimi, profumatissimi.


Nel tardo pomeriggio arriviamo a MINAS DE RIOTINTO.
Il piccolo paese, in origine di minatori, prende il nome dal fiume Rio Tinto. Quest'ultimo è caratterizzato dal colore rosso delle sue acque che attraversano montagne ricche di minerali ferrosi.

In questo villaggio pare che l'attività estrattiva sia iniziata addirittura intorno al 3000 a.C.
Col tempo le miniere hanno continuato la loro attività, fino ad oggi.
E capitiamo in un paesaggio lunare...





La miniera è attiva. Ci fermiamo a lungo ad osservare, come dei bambini, i "camioncini" che corrono, vengono riempiti da enormi gru, tornano  pieni, portano i massi al trituratore, i mucchi di materiale, i camion che spargono acqua....un plastico...






....non sarà femminile...ma sarei rimasta a guardare per giorni.....

Il seguito... a domani

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Oggi - 22.8.18
PARQUE MINERO RIO TINTO - TOLEDO

Giornata fuori dalle righe e fuori dall'immaginario.
Appena arrivati in questo "paesello", ieri pomeriggio, abbiamo preso i biglietti per visitare bene tutta la zona mineraria.


La nostra visita inizia con il Museo Minero, piccolo, ma molto ben fatto. Ripercorre la storia della zona e delle sue miniere, degli ultimi 5000 anni. Con pezzi delle varie epoche e ritrovati durante gli scavi, plastici, la ricostruzione della galleria di una miniera, locomotori e oggetti davvero interessanti.
Inoltre fa capire come, l'attività estrattiva e le linee ferroviarie per trasportare il materiale, abbiamo stravolto e completamente modificato un territorio.

Tra i vari pezzi resto incuriosita da un "macchinario" per triturare i metalli estratti, di un periodo che va dal 1000 al 500 a.C. 


Una sala è interamente dedicata agli scavi nel periodo romano, e una serie di foto documentano come abbiano trovato le statue di Claudio e Livia.


Non ci sono notizie riguardo il periodo del Medioevo. Le notizie sulla zona ritornano quando, nel 1800, gli spagnoli ricominciano a sfruttare i giacimenti. Ad un certo punto, però, il trasporto sui muli, arretrato, fa si che la zona cada in mano agli inglesi che la colonizzano. Costruiscono villaggi per i minatori e una notevole linea ferroviaria.

Il villaggio cambia nuovamente aspetto.
Tutto questo si può vedere in una sala attraverso foto e plastici, dove sono anche esposti pezzi di metalli e pietre estratti in zona.


Una grande sala ripropone il lavoro del primo locomotore elettrico usato nelle miniere.


In un'altra, due enormi locomotori e materiale collegato alla ferrovia, comprese le targhe in ottone che indicavano il modello dei mezzi. Fantastico!





Dopo questa panoramica,  raggiungiamo, a qualche chilometro di distanza, la Miniera de Hierro, una miniera ormai chiusa, utilizzata esclusivamente per informare i turisti sulle attività estrattive.



Una guida ci spiega quali sono i minerali estratti, in base al colore e che l'acqua è rossa a causa del contatto e della presenza di minerali di ferro.


L'acqua non è potabile, non è utilizzabile per l'agricoltura, ma non è pericolosa (si può toccare, però rovina oro e argento). Al suo interno vivono esclusivamente alcuni batteri che si nutrono di questi minerali.


L'acqua e i batteri vengono studiati da esperti della NASA perché pare che questo territorio sia molto simile, dal punto di vista strutturale e chimico, al pianeta Marte.

Dovremmo anche entrare in una vecchia miniera, ma un recente incendio ne ha danneggiato alcune parti e, per ragioni di sicurezza, non possiamo accedervi.




Ripercorriamo alcuni chilometri e andiamo a prendere un trenino. Su vagoni trainati da un  locomotore, entrambi originali, ripercorriamo un bel tratto di ferrovia, storica, lungo il Rio Tinto, con un paesaggio unico e attraversando vecchie miniere in disuso rimaste ferme ad un secolo fa.


Il luogo attira molti turisti, noi siamo gli unici stranieri. Tutta la gita ha una guida che spiega dettagliatamente cosa incontriamo.





Il Rio Tinto...




Dopo circa un'ora di lento e traballante tragitto, arriviamo ad una stazioncina dove abbiamo giusto il tempo di scattare qualche foto che il locomotore, tornato nel verso di marcia per il ritorno, si mette a fischiare.


Io...e i bambini....raccogliamo pietre rosse...😊

Per la seconda parte del viaggio, ci mettiamo nell'ultimo vagone, per riprendere il treno nelle curve e le rotaie che "corrono" via.





Come ultima visita, fatti alcuni chilometri, andiamo a vedere la Casa n.21, una casa vittoriana, nella quale hanno abitato alcuni ingegneri inglesi nei tempi d'oro della miniera, arredata completamente come allora. Semplice, ma molto interessante.


Attualmente le miniere vengono ancora sfruttate per i loro filoni di ferro e rame e sono tornate nelle mani degli spagnoli.

Anche qui troviamo i segni del transito delle cicogne....



Curiosità: il paese di Minas de Riotinto vive grazie alle miniere e ai turisti. Sembra disegnato da Walt Disney...tutti i negozi, i bar, i ristoranti hanno nomi tipo "la Miniera", "Il Piccone d'oro", "La Lanterna da Minas"....impossibile non notarlo...

Appagati da un'escursione molto particolare, dopo lunghe meditazioni e decisioni ritrattate più volte, decidiamo di rientrare da Madrid anziché da Siviglia...
La strada è la stessa, ma quella "in alto" (guardando la cartina rimane "su") per noi è nuova, mai percorsa.
Prevediamo alcune tappe veloci...


Quindi, tra distese di ulivi, campi di grano, fattorie, allevamenti di cavalli, vigneti, castelli..




... incontrando nuovamente il Rio Guadiana, attraversato per rientrare in Spagna e il Tago, che ci ha accompagnato durante i giorni a Lisbona...

...raggiungiamo TOLEDO.

Il parcheggio è proprio ai piedi della città e, davanti a noi, un ristorante-giardino ci invoglia a non cucinare...



E con questo.. a domani

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Oggi - 23.8.18
TOLEDO - SARAGOZZA

Dopo la nostra tranquilla colazione ci dirigiamo verso il centro.
Facile! Poco distante dal camper, una serie di lunghe scale mobili ci conducono fino nel cuore della città vecchia (...non eravamo abituati a tanta grazia...).
Appena arrivati, ci aspetta un centro informazioni turistiche dove una signora gentilissima, oltre a fornirci la carta della città ci consiglia come procedere e cosa vedere.

Noi siamo abituati a viaggiare con la guida, adoriamo Le Routard, ma questa sosta è un fuori programma e siamo sguarniti.

Incontriamo subito il Monastero de S. Juan de les Reyes. Molto bello.
L'esterno oltre ad essere ricco di pinnacoli e statue, ha, su una parete esterna, manette e catene che portavano i cristiani prigionieri dei mussulmani liberati durante la conquista di Granada e fatti posizionare lì dalla regina Isabella (alla fine del 1400).



L'interno ha il solito Chiostro spettacolare, con  un giardino davvero unico.




La parte superiore del Chiostro ha soffitti in legno, con archi che riportano la scritta "Tanto monta", in riferimento ad una leggenda su Alessandro Magno che pare avesse detto la frase "tanto è lo stesso" in riferimento al fatto che un nodo sciolto o tagliato non cambia. Il fatto si riferiva ai Re Cattolici che in quel periodo avevano risolto i "nodi" con i Regni di Spagna.




Anche la Chiesa è un vero gioiello. Noi ci soffermiamo a decifrare tutti i simboli presenti nello stemma alle pareti.



Proseguiamo per vie incantevoli. Qui i negozi di souvenir vendono soprattutto artigianato tipico di Toledo con spade, armature e oggetti lavorati in oro e nero.



Alcuni negozi di ceramiche. Entriamo in uno, una cantina piena di vasellame. Il proprietario ci illustra tutta la produzione e, ogni tanto, per farci notare la robustezza, sbatte a terra o uno contro l'altro vasi e piatti (con prezzi astronomici)...Noi siamo sconvolti!!!



Il giro prosegue verso la chiesa di S. Tomè dove andiamo a vedere il bellissimo dipinto del pittore El Greco, La sepoltura del conte di Orgaz.



Sempre seguendo la nostra cartina andiamo alla Cattedrale...


In Piazza Zoocodover dove incontriamo il celebre Don Chisciotte...(e mangiamo un boccone)


Al Ponte di Alcantara...


Superiamo le numerose porte della città per tornare alla base.
In un prossimo viaggio, dedicheremo a Toledo il giusto tempo, magari con una guida. Per adesso siamo molto contenti della breve sosta.


Il viaggio riparte verso Saragozza.

La strada non è tanta. Abbiamo deciso di fare tappe di circa 500 chilometri per spezzare il viaggio con qualche passeggiata "col naso all'insù".
L'autostrada è molto bella, poco traffico. Si viaggia bene.

Certo che dobbiamo stare attenti che... non attraversino gli aerei...


...oppure i cerbiatti...in autostrada..


I campi di girasoli ...tutti girati di là, mentre io vorrei che fossero di qua... ci seguono per chilometri.


Ogni tanto appare un enorme toro... spagnoli... fantastici...


Qui in inverno deve fare molto freddo perché troviamo numerosi parcheggi di emergenza, riservati ai camion, in cui sostare  in caso di neve.


Il paesaggio diventa tutto rosso. Anche i paesi hanno le stesse tinte. 
Sulle cime delle montagne, monasteri, chiese o castelli dello stesso colore.



Poi, distese di pale eoliche e...tori...


La strada non è molta e prima di cena siamo a Saragozza, sistemati vista cattedrale che, man mano che passano le ore, cambia colore...




Davani a noi il fiume Ebro.

Una passeggiata in centro per una sangria. Le strade sono piene di vita.

La buonanotte oggi arriva con una carrellata di foto by night 💙






+  +  +

Oggi - 24.8.18
SARAGOZZA -POI ... BOH...COMUNQUE IN FRANCIA VERSO CASA

Eccoci agli sgoccioli, ma non molliamo.
Con le bici raggiungiamo velocemente il centro, precisamente la grande piazza Pilar.



Il solito ufficio informazioni e ci procuriamo una cartina della Ciudad per girare con "un senso".
Tutte le città visitate in questa vacanza, non esclusa questa, iniziano ad avere movimento dopo le undici, prima non ci sono nemmeno i giapponesi...

Come prima tappa visitiamo il mercato: frutta, verdura, carni, salumi e un'infinità di pesce a prezzi da discount. Anche qui il mercato vero, caratteristico, è in restauro e hanno costruito un edificio prefabbricato che, non è un granché dal punto di vista architettonico, ma ha tanti profumi...

Iniziamo con le chiese, da quelle meno famose (il campanile che sembra storto, è storto!)


Poi andiamo nella magnifica chiesa di Santa Maria del Pilar. quella con tutte le cupoline e i campanili che non smettere mai di fotografare perché cambiano luce e colore continuamente.


Dentro è immensa,


E' stata costruita in onore della Madonna (ancora in vita e a Gerusalemme) apparsa in carne ed ossa San Giacomo,  che si trovava a Saragozza. Lei gli disse di costruire una chiesa sul pilastro in cui apparve e ancora oggi il pilastro, situato nella chiesa, viene venerato.
Un altare centrale è completamente dedicato a lei.





Su una colonna sono esposte le due bombe lanciate in  un bombardamento aereo nel 1936, durante la guerra civile, cadute in Chiesa e mai esplose. Una terza era finita nella piazza, con lo stesso esito.


Un caffè, una pasta ed è la volta della bellissima Lonja, l'antica piazza, coperta, del commercio,



All'interno una magnifica mostra fotografica di Chema Madoz, con i suoi pannelli, non permette una visione completa del complesso, ma anche l'esposizione di foto è suggestiva.


Poi andiamo al Seo, la Cattedrale, poco distante.
Anche questa immensa, con un altare e varie cappelle in alabastro. Ci perdiamo a leggere tutte le informazioni.




Girando per la città, tra strade nuove, stradine antiche e teatri romani...


... arriviamo alla Banca Ibercassa, che custodisce, all'interno della sua moderna sede principale, il "Patio della Infanta".
E' un patio del 1500, molto, molto bello, con una lunga storia di eredità e diverse destinazioni d'uso, che era diventato dimora della Infanta Maria Teresa de Vallabriga, amata in città (parliamo della fine del 1700).


Alla sua morte il patio, dopo un incendio, era stato smembrato e venduto. La parte principale, acquistata da un antiquario, portata a Parigi e ricomposta per diventare la parte espositiva del suo negozio.


A metà del 1900 un banchiere, dopo la morte dell'antiquario, ha riacquistato il patio e solo nel 1980 è tornato ad essere esposto, gratuitamente...


Ancora due passi, qualche stradina, qualche chiesa, qualche campanile che appare dalla stradina...



Via Alfonso I che ci offre un lato della chiesa della Vergine del Pilar...



E' ora di pranzo e ci "tuffiamo" in una zona di stretti vicoli affollati, vivacemente rumorosi e pieni di localini che fanno tapas.

Seduti su alti sgabelli e appoggiati ad una botte, sulla strada, ci togliamo qualche voglia...


Questo non potevo non metterlo, il cane...uno spasso..pendeva dalla tapas




....indimenticabile momento di meditazione...

Con le nostre bici torniamo al camper.



Non smetterei di fotografarla...

La meta...boh, mancano 1005 chilometri a casa. Partiamo...poi si vedrà, non dobbiamo nemmeno prenotare per dormire....

E prima di uscire dalla Spagna, un ultimo regalo, in un paesino, lungo l'autostrada vediamo le cicogne, nei campi e nei nidi sui tetti...nessuna foto, non sono così veloce...

Il viaggio continua...



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Oggi - 25.8.18
POCO PRIMA DI NIMES... - CASA

Nella notte ci portiamo avanti con la strada per evitare il più possibile il traffico da rientro previsto.
Dormiamo in una grande area di servizio. In Francia alcune sono davvero fatte bene, dividono la zona dei camion, che spesso la notte accendono i motori a lungo prima della partenza, da quella delle auto.
Sono distanti dalla strada e quindi silenziose.

Ci svegliamo riposati. Poca voglia di rientrare, tanta di girarci e rifare tutto il viaggio.

Lentamente, anche a causa di un traffico considerevole, ma sempre in movimento, affrontiamo l'ultimo tratto.


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E ora qualche aneddoto, qualche curiosità e altro.

In questa vacanza non ci siamo risparmiati le passeggiate, mai faticose, una media di 20.000 passi al giorno. Col naso per aria...i piedi andavano da soli... 
Ho finito le mie vecchie, basse e probabilmente inapropriate scarpe da ginnastica.. ma così sfatte da risultare davvero comode.


Tra le curiosità..sono riuscita a chiedere di farci una foto ad una signora priva di molte dita della mano destra, che si è data un gran da fare per  scattare col mignolo; un'indicazione stradale ad un signore senza un indice che continuava a indicarmi la strada con un moncone di dito; a farmi dire "andiamo a vedere" da un uomo con un enorme cerotto che copriva l'occhio destro...
Ma... questa insegna di un ristorante ...sicuramente ligure...


In Portogallo nessun problema con la lingua. Il portoghese è simpaticissimo, ci si capisce, però tutti parlano perfettamente il francese.

La parola portoghese che viene ripetuta continuamente è OBRIGADO o OBRIGADA, sarebbe "grazie", vale anche come ciao, arrivederci...

I francesi. Noi, gente di confine, siamo abituati alle invasioni di francesi soprattutto nei giorni di mercato. Qui, in Portogallo, troviamo francesi quasi ovunque. Io non sono mai stata "contro" (ho amici che non li amano affatto), ma la maggior parte di quelli che incontriamo, in questa vacanza, sono di una maleducazione e di una sfacciataggine al di sopra dell'immaginario.

Rincara la mia dose di acredine il fatto che uno di loro, con un lungo camper, in un parcheggio ci ha "TATUATO" il suo porta-bici sul nostro cofano per poi andare via senza lasciare traccia. Noi eravamo in giro per Nazarè, ci siamo trovati la sorpresa al rientro (unico "neo" della vacanza...ci può stare...).

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Alla fine ringrazio:

Il nostro adorato CHALLENGER BIRTHDAY 30, 
che si è dimostrato un affidabile "MACINA CHILOMETRI", accogliente, sempre pronto a dispensare birre gelate o comode docce calde.



Il mio Guido. 
L'uomo più paziente del mondo. 
E' riuscito a sopportare i CD cantati a squarciagola per tutto il viaggio, a girare ogni volta che mi veniva in mente che avrei fotografato volentieri uno scorcio già superato, che si addormentava scomodo sul divano nell'attesa che finissi di aggiornare il "superblog" (sempre dopo l'una di notte).
Che tu tutte le mattine mi ha svegliata col caffè già pronto (la domenica a letto.. "Santo Domingo"), che la sera mi preparava la doccia calda e, dopo, un buon bicchiere di Porto.


I ragazzi, Stefano e Davide, 
che hanno gestito con passione tutto quello che abbiamo lasciato a casa: il prato, gli ulivi, cane, gatto e topo...e altro.


Davide e Ketty, 
due camperisti sconosciuti. Infatti seguendo alcune indicazioni del loro viaggio in Portogallo, ci hanno permesso di prendere alcuni spunti  interessanti per il nostro e di trovare posti strategici e suggestivi, dove parcheggiare o passare la notte.

Le applicazioni: 
INTERMARCHE' - in Francia siamo usciti dalle autostrade per fare gasolio a 1, 21 euro nei supermercati vicino alla strada.
CARAMAPS - che ci ha indicato dove trovare comode aree di sosta per il nostro mezzo di trasporto, con indicazioni stradali, visione via satellite del parcheggio e altro.

E ancora: Nanni (nonno 8.0) e Gabry (nonna 7.6), che si sono applicati, come hackers, per seguire il nostro viaggio con i telefonini; Monica, Ester, Anna, Roberta, Bru, Mara, Emma,  Filippo e Annarita, Sissi, Laura e Paolo  e tutti coloro che, grazie a questo stupido blog, nato per gioco, hanno viaggiato, simpaticamente, con noi.


Se devo scegliere degli aggettivi per questa vacanza...stupenda, interessante, FACILE!


OBRIGADA

                      Dony 💙



Commenti

  1. Vi seguo e vi ammiro un sacco! Buona strada e caricate tante foto!!

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  2. Anch'io vi seguo con grande buona e amichevole invidia💗

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  3. Posti bellissimi sono contenta x voi...... e mi raccomando divertitevi a più non posso

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Libellula vi segue con divertimento e buona invidia, ragazzotti!! Capito chi sono?

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  6. Mi sono appassionata a leggere i commenti del Vs bellissimo viaggio.... E a vedere le foto ovviamente ...

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  7. Battisti..!.. Non Carrà ? 🤭 Bravi ragazzi, godetevi questo bel viaggio, e grazie di aver condiviso . Mi sembrava di essere un uccellino . ho già visto tutto stando accovacciata sulla tua spalla. 💕💗😘 Ciao. Libellula /uccellino.

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  8. Brava Dony, hai avuto proprio una bella idea. Mi piace molto questo blog con belle foto e descrizioni interessanti dei luoghi. Mi hai fatto venire proprio voglia di visitare anch'io quei luoghi. Ogni sera e' un bel momento di relax leggere la tua vacanza. Un bacione e speriamo di vederci presto cosi' mi racconti tutto. ciao ciao Sissi

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    1. Che bello, mi fa piacere. L'idea era di viaggiare tutti insieme. Un bacio e a presto 💙

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  9. Ciao Dony, ho appena finito di leggere del vostro super viaggio dell'anno scorso in Portogallo: è stato molto bello leggere delle vostre scoperte e avventure on the road, spesso sorridendo per il tuo modo originale e simpatico di raccontare certi episodi! Ho conosciuto il tuo blog grazie al mio fidanzato Davide, con in quale vi siete conosciuti mesi fa su un treno per la liguria. Lui vive ad Albenga, io a Milano, e abbiamo il nostro amatissimo camper Laika grazie al quale, quando viaggiamo, riusciamo a vivere assieme come non riusciamo durante gran part dell'anno. A fine settembre andremo anche noi in Portogallo per la prima volta e, grazie ai tuoi racconti e suggerimenti, avremo di certo la strada spianata! Grazie per la tua scelta di condividere le vostre avventure con tanti :) Sarebbe bello un giorno trovarsi in una carovana di camperisti per condividere la bellezza di un viaggio in camper.
    Leggerò di certo di altri vostri viaggi! Ciao e buone vacanze!!
    Anna

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