ISLANDA 2021



UN VIAGGIO TANTO ATTESO….                                                                                      Luglio 2021

ISLANDA

Come nasce questo viaggio.

Periodo natalizio 2020, piena zona rossa (siamo nel periodo dei colori: verde - si esce con attenzione; giallo - si esce con molta attenzione; rosso - tutti a casa, si esce per la spesa, il lavoro, il cane). E’ sera e come al solito mi sono addormentata sul divano, verso mezzanotte raggiungo il letto dove Guido sta sfogliando una copia di Plein Air. Mi invita a guardare un articolo sulla Puglia proponendola come vacanza estiva. GRUGNISCO qualcosa in modo disinteressato e mi addormento.

Qualche sera dopo la scena si ripresenta uguale uguale (sono un’abitudinaria della “CHIOMBA” sul divano), ma questa volta il progetto è più allettante.

Alle due di notte siamo ancora lì: computer, cartina, foglietto, calcolatrice per valutare se conviene andare in aereo e noleggiare una macchina più B&B o aereo e piccolissimo van o…. LA NORRONA con il nostro Challenger.

Per essere sinceri questo viaggio era davvero un sogno nel cassetto già da molti anni. 

Questa è una pagina del diario del 22 agosto 1996, eravamo alla Feltrinelli di Ancona, ospiti di Franco e Luciana (sempre nel mio cuore), di ritorno dalla Grecia in moto.



Partiamo nel tardo pomeriggio per evitare gli ingorghi che la nostra autostrada CARISSIMA (che sta per esageratamente costosa e non per adorata..) ci riserva quotidianamente. 


Il viaggio scorre sereno, e nell’attesa della cena prevista da Sandro, ci concediamo il solito aperitivino…


Cena… gran gourmet … come i pasti successivi..

Poi una giornata tranquilla in panciolle, tra tifo sfegatato per gli Europei (fuori la Svizzera e avanti l’Italia)e qualche Spritz..


Quindi riprendiamo a macinare chilometri. ...e ne maciniamo…



Quasi al confine con l’Austria entriamo sulla A7 (entrata 129) che percorreremo fino al termine, a Flensburg. Le uscite scalano via via che scorrono i chilometri.

Alla numero 70 usciamo per la notte, che trascorriamo sui laghetti di Northem.


Attraversiamo Amburgo passando anche sotto il fiume Elba e, tra pale eoliche e cartelli di attraversamento animali, superiamo l’ultima uscita della A7.



Siamo in DANIMARCA.

Chilometri di autostrada drittissima, poi, per cambiare, chilometri di statale drittissima. 



Campi coltivati, pascoli di mucche e cavalli. Ogni tanto un fitto gruppo di alberi nasconde una casa. I paesi restano distanti dalla strada principale.

Troviamo un piccolissimo campeggio a 70 chilometri dalla nostra ultima tappa.

Per la notte CREIAMO IL BUIO. Qui alle 22 c’è ancora chiaro. Sembrano le sette di sera. La notte scorsa Guido mi ha costretta ad una “levataccia” perché era giorno… Non è mai scesa la notte!!! Alle 6.08 facevamo colazione (ndr ahahahahah), alle 7 eravamo in autostrada!!!


E così arriviamo a HIRTSHALS, il microscopico villaggio dal quale partono navi immense per la penisola scandinava e… per l’Islanda.

Le casette sembrano tutte costruite con i mattoncini lego rossi. Solo poche sono di altri colori.

Le forme tutte uguali. 

Gironzolando arriviamo al Lighthouse, l’imponente faro del posto. Intorno verde, enormi cespugli di rose, una serie di bunker e una lunghissima spiaggia chiara. Oltre la spiaggia il mare del Nord è tranquillo e nemmeno tanto freddo.





La nostra curiosità ci porta fino in cima al faro. Un’emozione unica.







L’ultima notte in Europa la passiamo al porto, tra auto e camper, a pochi metri dal check in.



06 LUGLIO 2021

HIRTSHALS – NORRONA 

Ed eccoci qui, è da Natale 2020 che sogniamo questo momento, eccolo.

E’ arrivato il giorno della partenza con la Norrona, la mitica Norrona, la grande nave che collega la punta estrema della Danimarca con le isole Faroe e con l’Islanda.

Siamo così in fibrillazione che controlliamo l’orario, il giorno e il luogo più volte, e non parliamo di una metropoli, ma di Hirtshals, villaggio con un’unica strada e un unico terminal.

Alle 5,30 il camper dietro al nostro si mette in moto. Guido mi sveglia facendomelo notare e mettendosi in allarme. Quindi, dal momento che siamo svegli, facciamo colazione e ci mettiamo a guardare il passaggio di mezzi 4x4 di tutte le forme e di tutte le dimensioni.

Alle 9,30 (4 ore dopo la sveglia… SIGH!) siamo al check in, alle 10, 30 siamo sulla Norrona, EMOZIONATISSIMI.




Abbiamo prenotato una cabina, colazioni e cene. Per il pranzo ci siamo organizzati uno spuntino.

La cabina è molto bella, moderna, essenziale, spaziosa. Il bagno più grande di quello del camper. C’è la tv che trasmette, anche, una visione della prua in diretta con webcam… Prua – mare, prua -mare, prua – mare, ecc. ecc. 

Ogni stanza ha il nome di un volatile che appare disegnato sulla porta. I nomi ricordano dei prodotti Ikea. Simpatico. 



Prima della partenza una neve veloce norvegese gira su se stessa davanti a noi, una manovra che non avrei fatto nemmeno con l’Aygo… inquietante.



Poi tocca a noi uscire dal porto. L’imboccatura sembra stretta, sembra un effetto ottico, in realtà è ancora più stretta e rasentiamo un faro.



Poi mare.

Facciamo un giro per vedere le varie zone, i ponti, i bar, il buffet. Acquistiamo qualche ora di internet (che risulterà così lento da diventare inutile anche solo per leggere la posta… grrrr).



Pennicchella (siamo in piedi dalle 5,30… ) e ci spostiamo nella terrazza a vetri a poppa a leggere.

Il buffet della cena si rivela un ottimo affare. Distese di carne, pesce di ogni genere, verdura, zuppe, pasta, dolci, sfilano davanti ai nostri occhi in un lunghissimo self service. 

Assaggiamo tutto quello che ci ispira, piccole dosi, dosi da curiosi. Molto buono.


Arrivano finalmente le 21 e, sul ponte 5, andiamo a vedere la partita. Italia – Spagna. Semifinale degli Europei 2020. Merita di più la Spagna, ma per fortuna, ai rigori la fortuna ha un ruolo importante, l’Italia vince e accede alla finale.

Birretta al bar Laterna Magica, quello tutto vetri sul mare, e a nanna.



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7 LUGLIO 2021

NORRONA – TORSHAVN - ISOLE FAROE – NORRONA

Dormitona eccezionale, colazione e ci trasciniamo sul ponte vetrato Laterna Magica.

Conquistiamo rapidamente due divanetti fronte mare e iniziamo una giornata di ozio puro.

Libro, riposino, sguardo sul mare, riposino, libro, riposino, spuntino, riposino.



Non riusciamo ad annoiarci. Intorno a noi i vari ospiti del locale alternano le nostre stesse occupazioni. Qualche signora lavora a maglia.

In un attimo arriviamo a Torshavn, centro nevralgico della Isole Faroe. 




Durante la manovra di attracco rischiamo di affondare una delle numerose barchette a remi con 6 giovani vogatori e uno sprovveduto istruttore. Per fortuna le braccia dei ragazzi si muovono molto in fretta.



Il porto è molto piccolo, il paese è una vasta estensione di minuscole casette di colori diversi, molte delle quali con i tetti coperti di erba.





La sosta è breve, poi….

Uno spettacolo unico. La Norrona prosegue la sua rotta attraversando parte dell’arcipelago. Percorriamo un corridoio di mare con a lato colline erose dal mare e da rigagnoli. Villaggi di case sparse, rocce a picco sul mare, cascatelle, prati verdi. Le colline sono avvolte da nuvole basse che si muovono rapidamente.

La nave scorre lenta e noi restiamo incollati ai vetri. Fuori si esce solo per qualche foto. Fa freddo e tira un forte vento.





Andiamo a cena tardi per non perdere nemmeno un attimo di questo incantevole scenario.

Cena e partita al ponte 5. Danimarca Inghilterra. Teniamo per la prima, ma purtroppo vince la seconda. La incontreremo in finale… AIUTO!

Torniamo alla Lantena Magica e ci gustiamo due birrette ascoltando due chitarristi che propongono, solo dopo mezzanotte, un repertorio di musica danese e norvegese sullo stile dei REM. Poi a nanna. 

Domani mattina si sbarca.

Non ho detto che da quando siamo entrati in Danimarca e qui sulla Norrona, la mascherina non esiste. La gente conduce la vita di un tempo. Ci si siede su sedie non sterilizzate, si chiacchiera, ci si passano i bicchieri… insomma una vita terribilmente ad alto rischio. Siamo tutti vaccinati o con tampone, però “FASTRANO”….

NOTTEEEEE

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08 LUGLIO 2021

NORRONA –SEYDIFJORDUR – DETTIFOSS – SELFOSS -HUSAVIK

Sveglia presto dopo notte placida e gioconda. La nave ballonzola un po’, ma in modo piacevole. Camminiamo come ciuchettoni fino al bar per la colazione. 

Non sappiamo che ore siano realmente. I nostri orologi riportano l’ora italiana, il mio cellulare è 2 ore in dietro, quello di Guido una, quello della nave non corrisponde con le aperture delle zone di ristoro. Una bella confusione.

Sul ponte 5 facciamo la dogana-covid. Tre giovani poliziotti ci controllano documenti di identità e di vaccinazione. Poi ci consegnano un foglio verde che ci permette di entrare in Islanda senza tampone e/o quarantena. 

Nel frattempo la Norrona entra nel fiordo che porta a Seydisfjordur (pr. Seisfiorgiur, secondo me…) e tutti usciamo ad ammirare il paesaggio.



Rocce a picco sul mare, bassa vegetazione, macchie di fiori viola, cascate e cime innevate. 

Siamo tutti estasiati.

La Norrona attracca e SIAMO PROPRIO IN ISLANDA. 



Percorriamo la 93 tra cascate e piane innevate e arriviamo a Egilsstadir dove prendiamo la MITICA N. 1 VERSO DESTRA. 



La 1 è la più importante strada islandese che percorre, ad anello, tutta l’isola. E’ quasi completamente asfaltata…

Lunghi rettilinei si alternano a rare curve apparentemente inutili. La strada è a due corsie sopraelevate che la fanno sembrare ancora più stretta.

Il paesaggio cambia continuamente. Cambiano i colori e i materiali. La vegetazione è bassa e rara. Tante pietre.




Lasciamo la 1 per prendere la pista 862 che, appena più stretta della precedente, ci permette di arrivare alle cascate di Dettifoss e di Selfoss.

La passeggiata a piedi è breve e ben segnata. Arriviamo a Dettifoss e ci accoglie, oltre che una cascata di 45 m di altezza e 100 di larghezza, anche uno splendido arcobaleno.







Questa cascata ha una portata di 200 mal secondo che in estate è ancora maggiore.

Seguendo un altro sentiero raggiungiamo anche la cascata di Selfoss, poco più piccola, ma non meno affascinante.


Fa molto caldo…. 

Il viaggio prosegue tra paesaggi diversi. Proseguiamo fino a prendere la N. 85, una strada panoramica, sul mare, che ci porta a Husavik. 

Un lato della strada è colorato di fiori viola, l’altro ha il mare. Oltre, montagne innevate si tuffano in acqua.





Il villaggio di Husavik gira attorno ad un porticciolo di vecchi pescherecci ora impegnati a trasportare turisti curiosi come noi a vedere le balene.



SI SI!! LE BALENE, COME QUELLA DI PINOCCHIO.

Giusto il tempo di parcheggiare e siamo già su un battello. L’equipaggio ci fornisce due tute per proteggerci dal freddo. Le tute sono Covid free (nel senso che non sembrano proprio sterilizzate, ma ricordano i bei tempi in cui i microbi si potevano muovere liberamente…). 



Il giro dura 3 ore. E’ un’esperienza unica. Ci fermiamo in mezzo al mare, sotto le cime innevate e.. iniziamo a scorgere SBUFFI di soffioni di balene. Siamo circondati. Secondo la giovane guida che ci accompagna siamo molto fortunati, ma io me lo immagino di notte che sparpaglia plancton e Krill per attirarle qui…

Ne vediamo davvero tante… lo sbuffo, il dorso, la pinna e poi spariscono per affiorare poco più in là. E si riparte con lo stesso balletto.

Ci sporgiamo tutti dalla barca per non perdere nemmeno un attimo di questo spettacolo.











Poi un giretto tra i delfini, un giro di cioccolata calda con dolcetti alla cannella e si rientra nel piccolo porto. 










 

Giornata intensa…

Un'ultima cosa... il fuso orario.. MENO 2 ORE... quindi ora qui sono le 23.30, ma per me l'una e 30... Questo e gli orari notturni che mi costringo a fare per portare avanti questo "giochino di info e foto" giustificano la mancata rilettura e tutti gli errori che commetterò... Grazie...(ahahaha.. li avrei commessi comunque...)


Ora a nanna con gli occhi davvero stracolmi di gioia.

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09 LUGLIO 2021

HUSAVIK – LAGO MYVATN E DINTORNI

Colazione e via verso il Lago Myvatn, zona ricca di moscerini e quindi di anatre che si nutrono di insetti. MY significa mosca; VATN è lago. 

Anatre a parte intorno al lago ci sono una serie di escursioni da fare che non possiamo perdere.

Solita strada dritta con numerose isolate fattorie. Ogni tanto una deviazione, su sterrato, porta da qualche parte.



Il lago ci accoglie così… tanti cigni, poi anatre, poi boh… non posso mica conoscerli tutti…😎




Superiamo le quattro case e il distributore di benzina che formano la città di REYKJAHLIO e puntiamo su HEVIR.



Lunare, Hevir è davvero un posto lunare.

E’ un sito geotermico. Troviamo una grande montagna giallastra di zolfo (odore compreso) e sul terreno buche di fango nero bollente e fumante. La terra ribolle, si sente forte il rumore del gorgoglio dell’aria che esce dalla terra calda. Il vapore è caldissimo. Le zone a rischio sono circoscritte da banali cordini.







Saliamo fino alle cime del monte Namafjall. Ci arrampichiamo dritti dritti su per la montagna. Le mie scarpe si rivelano fin da subito una scelta sbagliata. Si scivola e non ci sono appigli (quelle belle belle che mi ha regalato Guido per Natale, dopo l’acconto del biglietto della Norrona, non le volevo rovinare…. 😱😂😂). 


Quindi, a estremi mali.. estremi RIPIEDI!!!

Risolvo togliendole e finendo la mia passeggiata serenamente senza scivolare. 😉😉



Le foto raccontano il resto del percorso e, anche se non rendono, quello che abbiamo visto.










Proseguiamo verso la zona di KRAFLA, importante per una grande centrale geotermica (ne fotografo solo una piccola parte. La superiamo. Le tubature e gli sbuffi di vapore caratterizzano una parte del territorio.




Arriviamo al CRATERE VITI (Viti significa “Inferno”). E’ piccolino, circa 300 m. di diametro, ma è suggestivo perché al suo interno ospita un laghetto di acqua chiara. La sua ultima eruzione nel 1984.

Questa volta scelgo un paio di scarpe più adatte, anche se la passeggiata non comporta grandi dislivelli.



Facciamo poca strada e parcheggiamo per l’escursione a LEIRHNJUKUR; altro paesaggio lunare, questa volta il colore dominante è il nero. 

Il sentiero inizia tra “panettoncini” di fiori viola e erba bassa.



Superiamo alcune solfatare gialle, bianche, rosse.. un laghetto che fuma.. poi..





Ci troviamo tra la lava, in alcuni punti, ancora fumante. Anche questo attivo l’ultima volta nel 1984. Per 2 – 8 secoli dovremmo stare tranquilli, ma tutto il fumo che esce in vari crateri seminati sul tragitto (non raggiungibili grazie al solito cordino che segna il percorso) non è certo rassicurante.





Sembra di camminare tra la brace il giorno successivo alla grigliata… quando la carbonella non è più rossa rovente, ma fuma ancora... 😁

Le pietre di lava sono tiepide, in alcuni punti calde.


In alcune zone, la pietra di lava è ricoperta da un fitto strato di muschio grigio chiaro che le conferisce  la consistenza di un tappeto e modifica il suo colore naturale.





Camminiamo a lungo in un deserto di lava, tra crateri alti e bassi e spaccature del terreno. Bello bello!!! Emozionante.


Torniamo verso il lago e ci troviamo di fronte al solito bivio... DI QUA (che nel mio gergo da navigatore sta a destra) o DI LA' (di là è sempre lato guida... a sinistra)???? .... DI QUA!



Siamo in vena di crateri, così raggiungiamo, percorrendo una bella strada sterrata, l’ultima tappa di oggi, HEVERFJALL. 

Se dovessi disegnare un vulcano lo farei così, come questo. Un cono rovesciato nero, con la punta mozza e dentro il buco. La lava preferisco solo immaginarla.


Arriviamo sull’anello del cratere in pochi minuti. E’ alto oltre 400 m, la salita è davvero ripida, ma lo spettacolo è fuori dal comune.

Davanti a noi il “foro” ha un diametro di otre 1000 metri. Tutto nero. Intorno il panorama di sviluppa a 360 gradi. Per vederlo meglio, percorriamo tutto l’anello (a voi il calcolo della circonferenza…)



Il camper è GIUISSIMO… LONTANO…



Insomma alla fine della giornata abbiamo percorso, senza nemmeno accorgercene, 18 chilometri indimenticabili.

Ora, scrivo dal piccolo campeggio di Vogar, sono le 22 (00 ora italiana) e un terribile sole infastidisce Guido perché gli scalda troppo la schiena…

Il camping, un prato verde con qualche servizio, ha anche una zona pranzo comune con fornelli, frigo e tavolini. Spartano, ma sicuramente molto pratico soprattutto per i viaggiatori in tenda in caso di mal tempo  islandese (che è sicuramente diverso da quello delle nostre parti). Simpatico.

Sono le 23.30, il sole è ancora lì, per vedere un tramonto dovremo aspettare qualche mese... Una tisana (sì, Gianfranca, ho portato la tisana per la notte...😬) e domani si finisce di esplorare il lago Myvatn.


PS Se i piedi sono stati inventati prima delle scarpe.... una ragione ci sarà!!!

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10 LUGLIO 2021

LAGO MYVATN E DINTORNI


Ci alziamo che c’è già il sole…😂😂😂

Ci vestiamo leggeri perché ieri siamo morti dal caldo. Abbiamo l’armadio pieno di belle cosine autunnali per affrontare le basse temperature e continuiamo a morire dal caldo.

Indossiamo i cappelli da pioggia acquistati per i viaggio in Scozia …e mai usati...


Sono utili anche in caso di IMPROVVISA apertura della stagione di caccia...non sia mai...😱



Oggi le nostre tappe sono tutte lungo le rive del Lago Myvatn. Non faremo tanta strada in camper, a piedi sicuramente di più.

Primo trasferimento: GROTTE DI GRJOTAGJA.

Una strada sterrata ci conduce a queste grotte ovviamente create da vuoti nei cumuli di lava. Dentro è bellissimo perché c’è l’acqua, chiara e calda.





Si passeggia poi sopra, su una sorta di altopiano di lava caratterizzato da una lunga e larga faglia.


In questa “location” è stata girata la terza serie de “Il trono di spade” che andrò sicuramente a vedere al mio ritorno (anche perché non sarà l’unico posto utilizzato come set cinematografico della serie in Islanda).

Fotografo questo van perché troppo divertente...



Secondo trasferimento: DIMMUBORGIR – (Castelli neri)

Questo è un piccolo parco con alcuni sentieri che si insinuano tra formazioni laviche con forme diverse. Alcune sono dei comignoli di lava (ho fotografato la spiegazione per farmi capire meglio).





Tra queste rocce laviche, in inverno, soggiornano i troll.


Qualcuno, ben nascosto, si può incontrare anche in questa stagione 😂


Passeggiando tra stalagmiti e sforacchiate di lava, arriviamo alla Kirkja, la chiesa, una roccia dalla forma davvero particolare.




Questa zona è stata plasmata da una colata di circa 2000 anni fa.



Terza sosta: HOFOI 

Qui accediamo proprio al lago, prima da un sentiero che ci permette di avere una bella panoramica della zona lacustre…





...dopo varchiamo un cancello che ci conduce in un parco di alberi bassi e fiori lilla profumati. Dal sentiero principale se ne aprono altri che conducono sulla riva.



Qui troviamo altre torri di lava, questa volta che escono dall’acqua.
 






Ci mettiamo ad osservare le anatre; tenerissimi i numerosi anatroccoli che cercano riparo vicino alla riva intimoriti dall’acqua un po’ troppo mossa per le loro giovani zampette.




Quarta tappa: PSEUDO-CRATERI (SKUTUSTADAGIGAR)

Qui troviamo, sul lago, degli strani crateri erbosi. Pare che si siano formati oltre 2000 anni fa, in seguito ad esplosioni di vapore dopo un’eruzione. 



Anche qui, la passeggiata tra queste collinette, il lago e le anatre è molto piacevole. 






E in ultimo, non vorremo mica farci mancare la solita salita sulla cima di un vulcano, ormai tradizione del tardo pomeriggio? No!!!!

Quindi affrontiamo, impavidi, il VINDBELGJARFJALL 



E’ poco più alto di quello di ieri, oltre i 500 metri di altezza. In pratica una pietraia che saliamo quasi in linea retta. E’ impressionante (a fine giro avremo fatto 8 km)


Ci arrampichiamo sopra ad un cono di lava. Piano piano, con metodo, un passo dopo l’altro… conquistiamo la cima. 


Lo spettacolo è a 360 gradi e davvero unico. Sotto di noi il Lago Myvatn che ormai conosciamo come le nostre tasche…

Qualche foto..





Lontano, tra crateri erbosi abbandonati, si intravvede il nostro adorato Challenger..


Poi la discesa, ancora più impressionante… qui se si scivola si arriva alla base del cono…


Entriamo nel campeggio di ieri e facciamo subito una bella doccia. Oggi il sole era caldo, ma il vento ci ha aiutato a non soffrire troppo. Alla fine della giornata i chilometri a piedi sono stati 20… tuti piacevolmente belli e tutti in contesti differenti.

Ho raccontato che questo è il lago dei moscerini, ma noi non siamo stati circondati o infastiditi da questi insetti. Alcune turiste però viaggiano con retine nere calate sul viso per evitare di essere "molestate". 

Inoltre. Bar, chioschi e ristoranti sono rarissimi. Ogni zona visitata è deserta. Nessun negozio di souvenir preso d'assalto o altra fonte di commercio per turisti. Non si trovano alcolici nei supermercati, nemmeno la birra più leggera. Per queste bevande ci sono negozi specializzati con orari ridotti.

Ora basta, domani abbiamo un programma eccezionale… NOTTE A TUTTI 💙


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11 LUGLIO 2021

LAGO MYVATN – ASKYA e ritorno

Oggi inizio dalla fine..

                    SIAMO CAMPIONI DI EUROPA!!!!



Inizio a scrivere tardi (qui sono quasi le 23, in Italia è l’una e si staranno facendo i caroselli)

Ma prima di arrivare a questo traguardo devo dire che avevamo già passato una giornata stupenda. Questa è stata solo la ciliegina sulla torta… THE ICING ON THE CAKE…

Sveglia prestino per raggiungere il punto di ritrovo per l’Askja Tour. Abbiamo prenotato una giornata su un esagerato bus 4x4 che ci condurrà fino al vulcano (che in realtà è una “caldera”).



Durante la breve camminata dal campeggio al bus stop incontriamo degli affettuosi cavalli.




Partiamo. Abbiamo da percorrere circa 140 km di strada, di cui 110 di sterrato (poco più di 4 ore di strada).



Passiamo attraverso la distesa di lava più grande del mondo. Si estende dal Lago Myvatn fino al vulcano, circa 4000 km2.

Percorriamo la F88, intorno a noi solo lava, montagne innevate, crateri. Il paesaggio è lunare.


Guadiamo un primo fiume con il bus e ci fermiamo ad ammirare una zona estremamente verde in contrasto con tutto il nero del panorama. C’è una piccola cascata.






Tra i nostri compagni di viaggio qualcuno indossa la famosa retina di cui ho parlato ieri... 😳




Proseguiamo e arriviamo in una zona con un piccolo campeggio, un punto di soccorso e un aeroporto “di fortuna”. Breve sosta e si prosegue.





Da qui partono numerosi percorsi, ognuno contraddistinto da bastoncini di legno, piantati nel terreno, con estremità di colore diverso.


Questa casina... è ancorata a blocchi di cemento su tutti 4 gli angoli... ci fa pensare che qui il vento soffi con una certa forza...😱


Avanziamo ancora verso il vulcano e attraversiamo altri fiumiciattoli (uno abbastanza profondo con un’indicazione sul percorso migliore… seguendo il solito cordino…con bandierine...


 
L’ultima sosta, prima dell'arrivo a destinazione, è su un fiume scavato nella lava, bellissimo. Camminando sulle rocce e risalendo di poco la corrente troviamo una cascata di acqua nera “tumultuosa”.






La strada sterrata, che ogni tanto si arrampica sul massi di lava, inizia ad essere innevata. Ci fermiamo,  col bus, all’inizio di un sentiero, contrassegnato da bastoncini rossi, che, su una distesa di neve nel centro del cratere, ci conduce fino alla caldera.



E’ vero che in Islanda le 4 stagioni si possono trovare anche nello stesso giorno. Per fortuna siamo attrezzati bene, termiche e giacca antivento/pioggia… Infatti oggi scorrono davanti a noi…

INIZIO ESTATE – ESTATE – PIENA ESTATE E FINE ESTATE!!!

Camminiamo, arretrando…,sulla neve come su una scalinata in salita. La neve è morbida e faticosa. Ogni tanto una duna di lava ci dà un attimo di tregua. Le dune sono calde e in alcune zone fumano.





Superiamo una collinetta nera e ci troviamo davanti un paesaggio unico.

Il Cratere Viti col suo colore lattiginoso e alle sue spalle il lago di OSKJUVATN, azzurro, blu, punteggiato da blocchi di ghiaccio bianchissimi. ESAGERATO!!!











Dopo tante foto ritorniamo, sempre su distesa di neve in salita (per me era tutta salita… precisamente scale!!!), al bus. 
Neanche tanto lentamente, rientriamo alla base, il bus corre veloce sulla sterrata.



Le strade F sono quelle riservate esclusivamente a mezzi FOUR WHEL DRIVE, in pratica 4X4. 




Il rientro previsto per le 19.30 (ora locale) non ci permette di vedere il primo tempo della finale degli Europei 2020 di calcio. ITALIA – INGHILTERRA. 

Appena ci arriva un po’ di segnale internet, scopriamo che stiamo perdendo 1-0 dal secondo minuto di gioco... Sono una sfegatata maniaca di Europei e Mondiali, nonché tifosa accanita....

Entrati in campeggio ci “fiondiamo” nella pizzeria all’ingresso. E’ tutto pieno, ma un gruppo di ragazzi di Roma ci accoglie al loro tavolo.

Il secondo tempo è un delirio italiani e francesi come in curva nord! Volano parole di ogni tipo, ogni volta che Donnarumma tocca una palla uno urla “Gigiouomodimmmerd...”, diventa quasi scaramantico quando si arriva ai rigori… E POI, QUANDO PARA L’ULTIMO DEGLI INGLESI...TUTTA LA PIZZERIA SI TINGE DI TRICOLORE!



La partita è stata bellissima…unica... per il contesto in cui l’abbiamo vissuta e per il gruppo MITICO



POPOPPPOPPOPOPOOOOPOOOO 

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12 LUGLIO 2021

LAGO MYVATN – GODAFOSS – AKUREYRI – SIGLUFJORDUR – HOFSOS – HOLAR – SAUDARKROKUR 

Premesso che il risveglio non è stato dei migliori a causa di parenti e amici che non hanno ben chiaro IL CAMBIO D’ORA… e che alle 5,30 del mattino (per loro le 7,30 che già normalmente a luglio non si deve fare…) mi mandano il BUONGIORNO O MESSAGGI CALCISTICI. Sappiate che quando fate così per me non è poi un BUONGIORNO!!!!! 😡😡😡 (Però non vi tolgo l'amicizia...😏)

Comunque.. questa notte ho sognato quei rigori e la vittoria… “IN THE HOUSE OF THE WOLF!!!” come continuava a urlare a squarciagola Riccardo (leader della curva della pizzeria che ho fotografato per far capire dove è stata vista la partita…).



Detto questo.. ieri non ho raccontato una serie di cose perché era tardi. Quindi.

I SASSI – qui in Islanda ragionano come i Flintstones. Dal momento che i sassi si trovano ovunque con loro segnano qualsiasi cosa. Sassi bordo strada = guardrail. Piccoli, in fila, possono chiudere temporaneamente una strada. Uno grosso, un masso, la chiude proprio! Colorati di rosso delimitano le piste di atterraggio o zone di servizio. A cumuli segnano i confini tra terreni. MAI spostare un sasso in Islanda, si potrebbe modificare la circolazione del Paese. Inoltre… tutti sanno che sotto ai sassi vivono i Troll…😁

Ieri non ho detto che l’ultima eruzione dell’Askja è avvenuta nel 1875 e che la cenere seppellì 16 fattorie e 10.000 kmdi terreni.

BENE! VENIAMO AD OGGI.

Grande inizio con le cascate di GODAFOSS Il nome significa “Cascata degli dei” perché intorno all’anno 1000 la popolazione si convertì al cristianesimo e pare che vi siano state gettate le statue pagane del culto precedente.



Pur non essendo molto alta, con la sua forma ad arco, è davvero spettacolare.



Strada...



Ci siamo quindi spostati AKUREYRI, definita la “Perla del Nord”, una metropoli!!! Il primo centro abitato con più di 20 case (comunque sotto le 300..). Bello, molto intimo. 

Particolare il semaforo, che solo sul rosso, si presenta così...



Facciamo due passi fino alla Chiesa che ha la forma ispirata alle colonne di basalto viste in questi giorni.



Due passi nel parco della città, un piccolo orto botanico dove si possono ammirare tutti i tipi di piante presenti in Islanda (circa 430 specie, nulla in confronto al solo entroterra ligure). E’ il giardino più a NORD DEL MONDO (sopra c’è solo la Groenlandia…)






Le case sembrano quelle delle bambole.




Due passi per il centro. Alcuni negozi sono polivalenti, come questa grande libreria con bar.






Dal momento che continua a fare caldo, investiamo una bella somma per acquistare due cappellini con visiera e… poche ore dopo, ovviamente, il cielo si riempie di minacciosi nuvoloni grigi.

E’ l’ora di pranzo. Entriamo in un locale carino carino e ci “spariamo” due ottimi hamburger con birre annesse. BBBuoono!



Riusciamo anche a fare la nostra prima spesa. Nel supermercato due grandi scaffali sono dedicati alla vendita di gomitoli di lana. Il lavoro a maglia qui è una sorta di sport nazionale. 



A proposito di sport nazionale... 😎



Il viaggio riprende lungo la strada 82. L’idea è quella di percorrere tutto il promontorio tra due fiordi fino a Siglufjordur, ma non abbiamo chiara la situazione del manto stradale (molti tratti sono sterrati).



La scelta si rivela ottima. Viaggiamo lungo la costa, sopra alte scogliere, con la strada che sale e scende seguendo il territorio. 

Per arrivare a destinazione percorriamo tre gallerie di 2, 7 e 5 chilometri, interamente scavate nella roccia. La prima a corsia unica con piccoli slarghi per cedere il passo a chi viaggia nell’altra direzione. Si viaggia in una grotta buia. Terribile, ma allo stesso tempo emozionante.




SIGLUFJORDUR ci accoglie con una gradevole sopresa. E’ un piccolo paese, il più a nord d’Islanda, con un porticciolo caratterizzato da alcune costruzioni colorate ed è un centro nevralgico per la pesca, soprattutto delle aringhe.




Sono appena arrivati i pescherecci e assistiamo alle operazioni di scarico, selezione e trasporto del pescato. Tutti si muovono velocemente, in particolare modo i muletti per il trasporto delle casse. Fantastico.














Sopra le nostre teste un mare di gabbiani. Non verremmo più via.. 

Un'officina meccanica molto originale...



Una panca occupata da due uomini in legno...

Si riparte tra salitoni e discesone, tratti asfaltati e non, panorami mozzafiato e strade sull’acqua.





Ancora una breve sosta alla chiesetta di HOLAR, antica sede vescovile. La chiesa non è un granché, ma introno si possono vedere delle casette di torba, tipiche della zona. Inoltre, qui c’è un istituto professionale per l’allevamento dei cavalli, l’acquacoltura e la biologia marina.





Il paesaggio è caratterizzato da case e fattorie isolate. Rare pecore (qui le pecore si trovano sempre a gruppi di tre), tantissimi cavalli, prati e balle di fieno avvolte in plastica bianca che aspettano di essere raccolte.





I cavalli qui sono particolari, la razza islandese è pura e se un cavallo esce dal Paese non può rientrare, ragione per cui non possono partecipare a manifestazioni all’estero.

Nel paese di SAUDARKROKUR, dove gli allevamenti sono ancora più numerosi, al cavallo hanno pure dedicato un monumento.


Il monumento equestre ci fa morire dalle risate..



La notte, molto ventosa, la passeremo qui, vicino a questa chiesetta.

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13 LUGLIO 2021

FATTORIA DI GLAUMBAER – VIDIMYRKIRKIA – PENISOLA DI VATNSNES - FIORDI NORD OCCIDENTALI 

Notte ventosa, il camper si muove come fosse una barca. 

Ci alziamo con sole e vento. Ci dovremo tenere ben stretti i cappellini…

L’Islanda è divisa in zone. Noi siamo arrivati a EST, ci siamo spostati a NORD (balene, lago, ecc.), oggi ci sposteremo verso i FIORDI NORD OCCIDENTALI e la PENISOLA DI SNAEFFELLSNES, il SUD (con la penisola di REYKJANES e Reykjavil) e la zona del centro conosciuta come la zona degli ALTIPIANI (dove c’è anche l’Askja).



Stiamo girando quest' isola in senso antiorario.

Iniziamo con la fattoria di GLAUMBAER., una serie di edifici in torba, una delle fattorie più famose d’Islanda e sicuramente la più fotografata.






Lungo la strada ci fermiamo a fotografare dei cavalli locali, ne ho parlato, ma non li ho ancora fotografati. Sono curiosi e simpatici. Velocemente ci vengono vicino.






E ora spiego perché abbiamo riso del famoso MONUMENTO EQUESTRE..😏



Per pudore lo avevo inserito di lato, ma poi perfino la mia mamma mi ha chiesto il perché delle nostre risate e così chiarisco. Ricorda più Dino (sempre dei Flintstones che un maestoso puledro... QUESTO MONUMENTO anzi...MONUMENTINO, viste le dimensioni ridotte).

Proseguiamo per la vicina VLOIMYRARKIRKJA, questa volta in torba è la piccola chiesa in mezzo al nulla. Questa risale agli inizi del 1800 ed è una delle sei presenti sull’isola.





Finiamo il nostro giro del nord del Paese affrontando la PENISOLA DI VATNSNES.





Imbocchiamo la pista 717 (le piste sono tutte sterrate) e attraversando pascoli verdeggiandi, tra fattorie, cavalli e balle di fieno... 




...arriviamo a BORGARVIRKI. Qui c’è un grande promontorio di colonne di basalto (a canna d’organo) che nel X secolo era una fortezza. Il solito panorama esagerato, qualche foto e si prosegue.








Salite e discese fino a 
 OSAR, qui, oltre ad un ostello (e basta.. solo un ostello..), dove ci beviamo un buon caffè...



...c’è una numerosa colonia di foche. Un sentiero ci conduce al mare e qui vediamo un ISOLOTTO DI FOCHE!!! Che simpatiche!



Alcune dormono adagiate su un lato, altre “spiattellate” al suolo, altre giocano nell’acqua facendo veloci nuotate e salti fuori dall’acqua. 






Un paio, più curiose e dinamiche, vengono più vicine a riva a vedere i turisti (noi due, non c’è nessun altro..). Peccato, non ho portato il mastellone con le acciughe, oggi poteva venirmi utile…


Pochi chilometri di sterrato, i fiori gialli hanno preso il posto di quelli viola e alle distese di sassi ora abbiamo infiniti campi verdi. Andando su e giù, arriviamo a ILLUGASTADIR. I cartelli indicano chiaramente che c’è un’altra colonia.



Questa zona è privata, ma i proprietari del terreno la lasciano accessibile al pubblico, dal mese di luglio, per osservare le foche. Prima è chiusa per permettere la raccolta di piume di edredone dai loro nidi. L’edredone è un’anatra marina che fornisce piume leggere e caldissime con le quali si producono imbottiture costosissime (destinate soprattutto al mercato russo, giapponese e americano).



Ce ne sono davvero tanti. Ma si vedono molte specie di anatre e uccelli.


Qui le foche soggiornano su un isolotto e dormono beatamente al sole. 









Riprendiamo la strada e siccome “LA BRUM DEL MH HA UN PFF NELLA MH”, molto piccolo, ma la strada è tanta, ci fermiamo a farlo riparare. 

La sosta è molto veloce. Si riprende il cammino.


Questo cartello è posto all'inizio di una ripida salita da entrambe le direzioni (su strada sterrata stretta doppio senso), per evitare il frontale sulla cima. Ne abbiamo visti centinaia...😎




Ci lasciamo alle spalle la meravigliosa regione a Nord e affrontiamo la via verso i FIORDI DI NORD OVEST. La tappa di oggi è quella più lunga e anche più faticosa perché alcuni tratti di strada sono sterrati, pur essendo strade principali importanti (come la nostra di oggi).

Imbocchiamo la 59 (tutta sterrata) per accedere alla 60 che ci porterà nel punto di inizio delle visite di domani. I panorami sono stupendi: vallate, fiordi, montagna, mare (c’è bassa marea), rocce che emergono dall’acqua, la strada che in alcuni punti corre sulla riva. Tanto verde, poi tutto si colora di muschio giallo. Sole, nebbia, pioggia, freschino, freddo, freddofreddo…







La strada asfaltata, ad un tratto diventa un terribile sterrato, con il solito “su su su” e poi “giù giù giù”, in picchiata. Rettilinei infiniti si alternano a serie di tornanti. Spesso la strada continua sull’acqua del fiordo. 













E’ impegnativa, nel camper vibra tutto. Siamo anche un po’ preoccupati (ci immaginiamo già tutta la notte col cacciavite in mano ad avvitare mobiletti e finestre…).

Lasciamo strada ad una mandria di cavalli.




Ma come al solito, siamo ripagati da un paesaggio unico e selvaggio. Qui i centri abitati non esistono, raramente incontriamo qualche casetta.



Però…. A Eyl (una casa in legno), troviamo una pista d’atterraggio di non più di 100 m di lunghezza... 


Che dico, un vero aeroporto internazionale con anche i terminal… o meglio...IL TERMINAL 1!
 



Ma ora basta, si è fatto tardi... quindi notte a tutti e a domani 😘


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14 LUGLIO 2021

CASCATA DI DYNJANDI – FARO LATRABJARG - …tanto sterrato...

Notte di pioggia incessante. Ci svegliamo finalmente con il clima islandese adeguato al nostro guardaroba. Riprendiamo un lungo sterrato che, attraverso uno scenario unico, selvaggio e … non so che aggiungere, ci conduce fino alla cascata di Dynjandi.





Nel frattempo smette di piovere ed esce un pallido sole. 





Arriviamo...





La cascata è alta un centinaio di metri e si allarga a ventaglio, creando tutta una serie di cascate sempre più corte, ma non meno impetuose. E' una gradinata di cascate una sotto l'altra...

Percorrendo un sentiero, saliamo fino alla parte più alta. Nel frattempo un enorme arcobaleno appare e scompare più volte sul fiordo.







Ritorniamo sui nostri passi e deviamo sulla 63.

I nostri sguardi si perdono lungo il fiordo. La strada corre lungo la costa. 




Le pecore sbucano nei posti più impensati.



Poi, casualmente, capitiamo qui.


Un ruscello di acqua calda forma una piccola piscina naturale in mezzo ad un prato. L’acqua è circa 35 gradi e ha piccole alghe. Poco sotto, una piscina (libera), a temperatura appena più bassa, permette di risciacquare i residui. 


Durate il tragitto abbiamo visto pochissime case, ma queste piscine naturale, generalmente segnalate, sono ovunque.



Guido sembra un bambino la mattina di Natale. Fatico a portarlo via!

L’acqua è così calda che quando usciamo non ci accorgiamo degli 8 gradi esterni. Siamo accaldati e con le gambe mollicce, ma felici felici. 


Si riparte e ricomincia a piovere. Il panorama offre cascate di ogni genere, in alcuni momento, sembra di essere nello scenario di Jurassik Park, manca solo che ci sorvoli uno "stenodattilo" 😂



Ad un tratto questo cartello...



e..... si avvera 😁



La strada, che continua ad offrire paesaggi unici, nei pressi del grade centro di Patreksfordur, diventa finalmente asfaltata..


 (nella foto sotto notare la discesa che stiamo affrontando e la successiva salita, sullo sfondo,, è la strada...)





.ma noi, pochi chilometri dopo, deviamo su un’altro sterratone per raggiungere il faro di Latrabjarg…




Questo, escludendo le Azzorre, è il punto più a ovest d’Europa e qui si possono ammirare scogliere che in alcuni tratti superano i 400 metri di altezza. Sulle scogliere vivono moltissimi chiassosissimi uccelli marini, tra cui il mitico PUFFIN (Pulcinella di mare). 



Ce ne sono davvero tanti, simpatici, goffi… Non hanno paura di noi e Guido riesce a fotografarli da vicino perfino col cellulare. Si muovono come anatre, ogni tanto saltellano, quando spiccano il volo sono davvero buffi, sembra che possano perdere quota da un momento all’altro.







Il loro becco colorato, in inverno diventa grigio. Sono dei grandi nuotatori, si nutrono di pesce che riescono a prendere tuffandosi fino a 60 metri di profondità. In Islanda vengono cacciati e mangiati 😳

Passeggiamo lungo la scogliera, su un sentiero a picco sul mare.




Ci sono anche gabbiani, gazze di mare e altre specie che consideriamo davvero poco, troppo impegnati ad osservare i Puffin.




Piano piano, ripercorriamo i 40 chilometri di sterrato che ci hanno fatto arrivare fin qui. Il nostro mitico Challenger ora è un mezzo OFF ROAD…


E dal momento che questa tappa non era proprio in programma, per timore delle strade, cerchiamo di avvicinarci alla prossima destinazione per guadagnare tempo. Ripercorriamo la 60 nel verso opposto.

L'alta marea, ieri era bassa, e il sole all'orizzonte regalano un panorama completamente diverso. Gli scogli che ieri erano adagiati sulla sabbia, ora spiccano, illuminati, nel blu del mare.

Facciamo ancora qualche chilometro, poi a nanna. A domani


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15 LUGLIO 2021

PENISOLA DI SNAEFELLSNES (fino a Londrangar)

Mi sveglio così...💙


Notte di vento forte, anzi, FORTEFORTE. Al mattino mi domando se è possibile mettersi in viaggio con TUTTOQUESTOVENTO! Vengo presa in giro per qualche ora...😐

Partiamo e raggiungiamo l’ultimo dei fiordi del nord-ovest, quello più basso, avvicinandoci a Reykjavik.

Imbocchiamo la 54 terribilmente sterrata (per 80 chilometri), con i mezzi pesanti che la stanno sistemando che ci danno strada.


Abbiamo fatto così tante strade dissestate che si sono sgasate le bottiglie sigillate di acqua frizzante!!!! 😂

Entriamo nella penisola di SNAEFELLSNE. Il panorama è sempre bello.






Ci fermiamo nel paesino di STYKKISHOLMUR, due passi sul porto..




.. un caffè americano in uno localino carino e proseguiamo... 



...ma prima una piccola spesa al Bonus. In questo supermercato il reparto frigo è tutto dentro ad una STANZA FRIGO!!!




Strada, spiagge sempre più scure e ponti sull’acqua. 




Arriviamo a GRUNDARFJORDUR, giusto il tempo per fotografare il monumento in bronzo (questa volta piacevole) dedicato alle mogli dei pescatori che attendono da sempre il ritorno dei loro uomini.





Procediamo ancora verso OLAFSVIK. Qui una foto alla chiesetta bianca che dovrebbe ricordare una nave, un piatto di ottimo Fish & Chips e si prosegue.



Prendiamo la 574 (generalmente strada secondaria) ed è miracolosamente asfaltata. Questa zona è considerata un’Islanda in miniatura per la diversità di paesaggi, concentrati, che propone e, quindi, presa d’assalto dai turisti che soggiornano nella poco distante Reykjavik. Per questo motivo ci sono strade migliori che in altri luoghi.

Arriviamo fino al faro (sterratino…) di HVALRAUF colorato di arancione in una giornata ventosa, piovigginosa e nebbiosa… Spicca. Bellissime le scogliere che gli si affacciano davanti e le spiagge che incontriamo sul tragitto.


La lava è coperta di muschio verde chiaro, sembra una moquette.










Una sosta la facciamo anche al piccolo vulcano di SAXHOLL, così turistico che si accede al cratere grazie ad una lunga scalinata in ferro…



Procediamo controvento lungo una stretta strada, sbandando per le raffiche e tra la nebbia, fino a DJUPALONSSANDUR. Qui scendiamo su una spiaggia di sabbia e ciottoli rotondi nerissimi. Facciamo una bella passeggiata (segnalata con bastoncino rosso) sopra la scogliera. Il vento è sempre forte, vorrei essere 150 chili per mantenere i piedi belli saldi a terra. Troviamo scorci su pinnacoli di roccia nera. Faticoso fare foto. Il vento trasporta le gocce del mare sempre più impetuoso.












Dal momento che dovremmo vedere un enorme vulcano, lo SNAEFELLSJOKULL, con annesso enorme ghiacciaio e invece fatichiamo a trovare la carreggiata, decidiamo di fermarci per la notte augurando che domani il tempo islandese ci permetta di avvistarlo.

In questo vulcano, Jule Verne ha ambientato il romanzo “Viaggio al centro della Terra”.

A domani 💙💙💙



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16 LUGLIO 2021

PENISOLA DI SNAEFELLSNES - PINGVELLIR - GEYSIR - GULFOSS - SELFOSS

Notte di vento forte forte e pioggia. Ci svegliamo che piove ancora, ma il vento si è calmato. Come canta la Mannoia.. “Il cielo d’Islanda cambia spesso d’umore..”😁

Dal letto, questa mattina la vista è così…


Alle nostre spalle oggi si intravvede il famoso vulcano di Verne...



Il cielo si schiarisce e andiamo a passeggiare, sulla riva, sotto al faro di Malariff. 



Raggiungiamo i due pilastri di lava di Londrangar (75 e 61 metri di altezza).





Il mare ha portato a riva legname di ogni dimensione e forma… selezioniamo due tronchetti da portare a casa e magari dipingere.. poi.. lo vedo… impossibile resistere.. lo prendo!!! 😍😍😍



Guido, MOLTO pazientemente, trasporta la mia conquista fino al camper 💪. 

Nel gavone grande non ci sta… non mollo, viaggerà con noi disteso dietro ai sedili anteriori (per niente d’intralcio…) 😌😁



Sul mare appaiono sempre residui di alghe rosse e, a volte, gialle.


La costa è sempre nera!

Ci fermiamo ad ARNASTAPI per ammirare il piccolo porto e la cascata che cade in mare poco distante.






Il paesino è un gioiellino.

Un’altra sosta alla bellissima cascata di BJARNAFOSS che precipita con un sorta di doppio salto in una cornice verde e con addirittura degli abeti.






Usciamo dalla penisola di Snaefellsnes superando la cittadina di BORGANES, lasciamo la n. 54 e riprendiamo la n. 1. Evitiamo il tunnel che porta a Rejkyavik preferendo la strada lungo il fiordo. E’ bellissima.



Solito cartello impossibile da non fotografare e… 



...infatti… 


Il paesaggio cambia in continuazione, le foto non riescono a riproporre quello che vediamo con gli occhi.




 

Arriviamo a PINGVELLIR. Il sito patrimonio dell’Umanità, consiste in una lunga frattura della crosta terreste (che si allarga ogni anno di circa 5 mm) nata dalla deriva dei continenti. In pratica allontana la placca nordamericana da quella euroasiatica, il Nuovo e il Vecchio Mondo. Ci camminiamo dentro.







Per gli islandesi questo è un posto molto importante perché, a partire dall’anno 930, vi si riunivano i capi clan per promulgare leggi o per risolvere problemi. E’ considerato la prima vera forma di Parlamento d’Europa. Successivamente divenne una corte di giustizia; qui gli islandesi decisero di convertirsi al cristianesimo e, sempre a Pingvellir, nel 1944 fu proclamata l’indipendenza del Paese (fino a quel momento colonia danese).



Proseguiamo fino alla magica GEYSIR.

Davvero magica!!! In un terreno troviamo fiori di tutti i colori, terra di tutti i colori e nuvole di calore che si sprigionano dal terreno. Il suolo fuma in modo incredibile. Pozze di varie dimensioni ribollono. Alcune emanano gas sulfurei. 





Da alcune pozze più grandi… partono dei geyser!!! Ogni 5 minuti circa la pozza ribolle e scatena uno scenografico e rumoroso getto verso l’alto!



Fantastico! Aspettiamo, ne arrivano in continuazione. Il geyser non si stanca mai. Restiamo incollati con lo sguardo nell’obiettivo per immortalare ogni istante. Straordinario.
 






Ogni volta che parte, mi spavento da morire...😱



Andiamo via a fatica, stiamo facendo un viaggio al centro della Terra.




Ultima tappa, di questa giornata, è la cascata di GULFOSS.

Ci arriviamo a fine giornata ed evitiamo la ressa dei turisti che qui sono davvero numerosi.




Hanno un’altezza di 32 metri e una portata di oltre 150 m3. Vengono definite le “cascate d’oro” per i vapori che spesso si trasformano, come abbiamo già visto, in un grande arcobaleno.



Qualche foto e via, ci avviciniamo verso gli obiettivi di domani.

Sono le 23, sto ancora aggiornando la giornata di oggi, infastidita dal sole che finge di tramontare..



...e comunque il tronco tra sedili e dinette... NON DA' NESSUN FASTIDIO!!😎😎😎

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17 LUGLIO 2021

SELFOSS – SELJALANDSFOSS – SKOGAFOSS – VIK (e le sue spiagge) - REYKJAVIK

Notte tranquilla, qualche goccia d’acqua, ma al mattino c’è un bel sole caldo. Dal letto il panorama è questo…


Le pecore davanti alla chiesetta, probabilmente, aspettano il “pastore”…😳



Per poter fare un’escursione al Landannalaugar, abbiamo dovuto modificare la prima giornata di rientro verso il traghetto, quindi, oggi, ci dedichiamo alle visite che avremmo dovuto fare fino a Vik per poi ritornare verso Reykjavik.

Partiamo con la cascata di SELJALANDSFOSS, 40 metri di salto giù dal una parete ricca di cascate minori. 








Abbiamo visto tantissime “foss” (cascate), tutte belle, tutte emozionanti, tutte uniche. Questa è ancora più speciale perché… si può passare dietro all’acqua che cade rumorosamente dall’alto. Fortissimo!!!



Riprendiamo la n. 1, per di là...😊


Passiamo poi alla cascata di SKOGAFOSS, imponente. L’enorme massa d’acqua, che scende per 60 metri, e la splendida giornata di sole creano una serie di meravigliosi arcobaleno.




A lato della cascata c’è una ripida scalinata di ferro (circa 400 gradini) che permette di osservarla anche dall’alto.





Dalla terrazza si vede tutto il mondo... 


....la discesa dei 400 gradini... la preferisco alla salita...

Lungo la strada il panorama spazia dalle campagne verdi, al mare, a ghiacciai che corrono verso la pianura lasciando le cime innevate di monti e vulcani dai quali si sono generati.




Arriviamo, assieme ad una marea di turisti (come noi..), alla lunghissima spiaggia di sabbia nera di Reynisfjara. La zona è molto esposta, il vento forte rende il mare molto agitato. Le onde bianche si perdono sulla sabbia nera creando un’immagine fuori dal comune.






Una delle pareti rocciose che raggiungono il mare è scolpita con colonne di basalto, squadrate e allungate verso l’alto. Sono tutte diverse e quasi incastrate tra loro.





Alle loro spalle due faraglioni neri sbucano dal mare mosso.

Tutto l’insieme è di una bellezza che toglie il respiro.


Seguendo un’altra strada arriviamo a DYRHOLAEY, in pratica la zona dove termina la lunga lingua di spiaggia nera. Anche da qui il panorama sui faraglioni è incredibilmente bello. Il suo nome significa “Porta dell’isola” per via del grande arco di pietra che le rocce formano nel mare.







Sulle pareti rocciose appaiono nuovamente i Puffin. Guido mi dice dove si appoggiano e io cerco di fotografarli. Facciamo ridere… “lì..lì!!! Sulla roccia!!… Sopra! Sull’erba!!!. Lui ne vede 100, io ne fotografo tre…😂😂😂






Ritornando verso Reykjavik lasciamo la n. 1 per raggiungere la piscina naturale di SELJAVALLALAUG.

Lasciamo il camper in un parcheggio in mezzo alle mucche e imbocchiamo un sentiero; risaliamo un corso d’acqua e ci inoltriamo in un fondo valle. 



Meraviglia! C’è una grande vasca in cemento, incastonata nella vallata, con l’acqua fumante. All’interno qualche persona. Vicino un piccolo e diroccato edificio funge da spogliatoio. E' una delle piscine più antiche di Islanda.





Bellissimo. L’acqua è meno calda della pozza naturale dei fiordi del nord, ma sempre piacevole.


L’acqua è ricca di residui di piccole alghe che scivolano sulla pelle senza rimanere attaccate.

La giornata sta finendo e raggiungiamo la capitale con 10 gradi e una fitta nebbia...


Ma sapevamo che saremmo incappati nel clima islandese... 😄

E con questo a domani 💙

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18 LUGLIO 2021

REYKJAVIK… e basta

Dalla finestra oggi la vista è meno romantica anche se… In pratica abbiamo accanto il “camionper” di supporto ad un gruppo di mezzi di Overland. Mastodontico…😱



La giornata di oggi è di massimo relax. Sveglia senza fretta, bus e via a bighellonare per il centro.

Partiamo dall’HARPA CONCERT HALL, la grande sala da concerti, quasi appoggiata sul mare, tutta vetri che ricordano un po’ un alveare e un po’ le solite colonne di basalto. 





"...è fatto divieto di recarsi ai concerti col trattore!!!" 😂😂😂


Passeggiando lungomare (la città sembra un plastico) arriviamo alla “Nave vichinga”, una scultura tutta in acciaio.




Sulla nostra strada incontriamo il vecchio e primo ospedale francese per i pescatori d'oltralpe che venivano a pescare in queste acque ai primi del '900. 



Ed ecco la famosa e super fotografata HALLGRIMSKIRKJA.



Questa chiesa è il simbolo della città. Anche la sua forma, alta, slanciata, completamente bianca, si ispira alle colonne di basalto. E’ altissima e così visibile da risultare un ottimo punto di riferimento.



L’interno è completamente spoglio, in linea con la teologia luterana che bandisce ornamenti e colori al fine di concentrarsi solo sulla Bibbia e sui suoi insegnamenti.

Davanti alla Kirkja una grande statua raffigura Leifur Eiriksson, figlio di Erik il Rosso (scopritore della Groenlandia), fu il primo a mettere piede in America, la Vinland, intorno all’anno 1000. In pratica Cristoforo Colombo islandese.



Fotograferei tutte le case.






Una colpisce molto Guido, non tanto per i suoi colori sgargianti, quanto per l’interessante vetrina.

 

Ovviamente entra… 😎




La panetteria, BRAUD & Co, è la più famosa di Reykjavik, “spaccia” soprattuto cinnamon rolls, delle grandi girelle alla cannella… morbide, profumate, calde…

Ci tuffiamo nelle vie della città vecchia. Sempre tra locali e casette davvero carine. 






Il centro è abbastanza animato e noi ci gustiamo ogni cosa, dal negozio di souvenir, all’artigianato locale, agli oggetti d’arte, maglioni di lana, articoli sportivi.
 




Io provo tutti i maglioni che vedo, a volte anche lo stesso più volte in negozi diversi… 😏😏😏 

I murales sono ovunque. Le strade, le pareti delle case, case intere, cancelli… i “graffittari” qui hanno colpito ovunque, è proprio una caratteristica di questa città.









Per il pranzo ci concediamo un ottimo fish & cips in un locale sul porto.







Vagabondiamo ancora per il centro e, prima di tornare a “casa”, ci concediamo due caffè americani belli caldi e una mega fetta di torta in un altro locale caratteristico.





Insomma, davvero una giornata al "cazzeggio"...




Ma domani.... 

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19 LUGLIO 2021

REYKJAVIK – LANDMANNALAUGAR - REYKJAVIK

Oggi niente vista dalla finestra, ma una migliore panoramica della nostra colazione 😊



Una giornata di auguri di buon compleanno, a Rita, Massimo e Gaia (in ordine di età, senza specificare)😍😍😍

Alle 8 in punto un elegantissimo bus 4x4 (che in realtà di ruote ne aveva sei e non so come si chiama...un 6x6???) ci preleva davanti al camping per portarci nella zona del sito vulcanico di Landmannalaugar.



La guida sembra un pensionato che svolge questa attività per hobby. Parla molto lentamente un inglese incomprensibile. Fatichiamo a capire i tempi di sosta.

L’autista parla solo islandese.

Gran parte della strada la facciamo su strada asfaltata, anche lo sterrato ci impegnerà per circa 100 chilometri. 

Lungo il tragitto ci fermiamo alla cascata di Hjalparfoss. Non ci siamo ancora stufati, ma corsi d’acqua e cascate ne abbiamo visti davvero tanti.






Si prosegue.

Faccio delle orribili foto blu dal vetro del bus, ma le tengo…






Superiamo alcuni ponti in travi di legno...



Ci addentriamo nello sterrato... 


... e un cartello ci segnala delle curve e ci consiglia la velocità 😂



Ci fermiamo per qualche foto al grande cratere Hnausapolur, con all’interno un bel lago.





Il vulcano Helka ci segue per gran parte della strada. E’ il più conosciuto d’Islanda e il più attivo. Nel Medioevo veniva considerato la “porta per l’Inferno”; nel ‘500 la Chiesa pensava che in questa zona abitasse l’Anticristo. In qualsiasi caso ha eruttato l’ultima volta nel 2000 causando molti danni e gli islandesi lo considerano una potenza diabolica.




Verso le 14 siamo a Landmannalaugar, uno dei siti vulcanici più belli d’Islanda. C’è una grande piana, bellissima. Così bella da risultare sovraffollata (attira tutti gli amanti del fuoristrada). Tende, auto, camper camion… C’è movimento ovunque.





Il posto è ben attrezzato con grandi bagni, zone di soccorso, cucine comuni, una tenda con molti tavoli. Si vede che è organizzato per una notevole ricettività.




Gente di ogni età e nazione popola il sito, nei modi più originali...



...Immagino che questo sia un monumento alle targhe smarrite lungo la F26 😁. Mi piace, foto!


Adocchiamo un corso d’acqua con pozza termale e ci immergiamo subito. Dove scende la cascatella l’acqua è molto calda, via via che ci si allontana si raffredda. In pratica è un laghetto con miscelatore… Si può scegliere la temperatura.



Due passi, due foto e mangiamo un boccone.








Poi… altra “puccetta”. Non abbiamo ben chiaro quando riparte il bus. Chiediamo ai nostri compagni di viaggio. Non lo ha capito nessuno. Ridiamo e comunque partiamo con circa mezz’ora di ritardo… (non per colpa nostra..)


Attraversiamo un fiume e riprendiamo la strada del ritorno.



Lasciamo questo paesaggio di massi neri, ghiacciai, nevai, deserti di cenere, campi di lava, corsi d’acqua con sfumature di ogni colore, dopo una giornata lunghissima. La strada è stata tanta, le foto poche (in rapporto.. e tante orribilmente blu 😔), ma per noi un'altra meta speciale.






Prima di chiudere.. A Reykjavik scende la notte. Verso l'una il cielo diventa buio per almeno tre ore. 

Sopra la città, in questi giorni, c'è una cappa di nebbia fitta che sparisce appena ci si allontana di qualche chilometro. E' surreale, il centro è tutto in una grande nuvola.

Però adesso vado a nanna. I chilometri iniziano a farsi sentire..💙


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20 LUGLIO 2021

REYKJAVIK - FJAORARGLJUFUR - SKAFTAFELL - JOKULSARLON - HOFN

Sveglia presto. Il campeggio di Reykjavik non ha soddisfatto le nostre aspettative. Ottimo per le tende, con grandi spazi comuni, non ha servizi per i camper. Nè scarichi né wifi. Rumoroso la sera per gli arrivi e la mattina per le partenze… Ci spostiamo di qualche chilometro per fare camper service e continuiamo il viaggio. Ci lasciamo alle spalle anche il grosso del traffico di turisti, soprattutto russi, polacchi e giapponesi.

Superiamo Vik senza soste (questa zona l’abbiamo già visitata) e dopo esserci imbattuti in chilometri di spiaggia di cenere e deserto di lava “muschiosa”, ci fermiamo a KIRKJUBAEJARKLAUSTUR (detto anche Klaustur.. per gli amici…).






Il paese, abitato prima da monaci irlandesi e successivamente dai vichinghi, non esiste più. Resta solo il nome della località che ci conduce al canyon di FJAORARGLJUFUR.



Bello!!! Camminiamo sulla cresta di un canyon lungo e profondo (in alcuni punti oltre 100 metri).

In fondo scorre il fiume che in oltre 2 milioni di anni ha creato tutto questo.





La mitica N. 1 oggi ci offre paesaggi indimenticabili.

La solita cascata… (Fagrifoss.. troppo piccola per apparire nella guida)



Un ponte in lamiera (...parliamo sempre della strada principale…)



Gli infiniti rettilinei di oggi ci propongono montagne innevate e ghiacciai…



I panorami ci conducono fino al parco nazionale dello SKAFTAFELL, ai piedi del più grande ghiacciaio islandese, il Vatnajokull. Quest’ultimo è il più grande ghiacciaio d’Europa, con un’estensione di 8500 kme in alcuni punti ha uno spessore di un chilometro








Percorriamo un sentiero e...


.... raggiungiamo il ghiacciaio. E’ un’emozione unica.






Dopo qualche foto mi siedo su una pietra a guardarlo, estasiata. Pezzi di ghiaccio si staccano dalla parte centrale e lentamente scivolano con la corrente. Ho il sole caldo che mi scalda la schiena e l’aria fredda, frizzante che arriva dalla montagna.





I rettilinei della 1 ci portano ad un altro ghiacciaio e ad un lago.





Questa volta lo spettacolo supera l’immaginario.



Siamo a JOKULSARLON, un lago glaciale dove, gli iceberg che si staccano da una lingua del Vatnajokull, seguendo la corrente, raggiungono il mare.






E' possibile fare un giro tra i ghiacci con questi buffissimi mezzi anfibi (il progettista è sicuramente Archimede Pitgorico) che escono dall'acqua e arrivano ballonzolando tra noi 😂😂😂


Il posto, a parte le mie osservazioni, è davvero magico. Il freddo è concentrato tutto qui. L'effetto del calore terrestre crea dei banchi improvvisi di fitta nebbia che improvvisamente si dirada. I colori cambiano continuamente. Un gran numero di  uccelli volano per poi posarsi  sugli iceberg.

La nostra emozione è indescrivibile.










Riprendiamo la rotta e, dopo questo cartello, cerchiamo di avvistare almeno una renna.



Purtroppo non ne vediamo, o sono timide o siamo fuori stagione, magari escono solo per Natale 😎

..raggiungiamo HOFN, un porto di pesca di aragoste, dove passeremo la notte.

Apro una piccola partentesi..    Hofn (che si pronuncia Heupn) mi piace perché è corto. Infatti è da inizio vacanza che io osservo un nome islandese, fotografo un paio di consonanti e ci aggiungo “foss” se è una cascata, “jokull” se è un ghiacciaio, “sandur” per il deserto.. e così via. Quindi tutti i nomi lunghissimi li accorcio comodamente e soprattutto “MI CAPISCO”..     

Guido non si dà pace. È da quando siamo arrivati che ogni giorno mi fa ripetere i nomi e ogni tanto mi interroga.... senza preavviso..  Non ce la posso fare… 😱😳😂😂😂

Detto questo, domani si chiude un cerchio, quindi ora carico le foto e conquisto il mio letto!

E con la maglia "VIKTORSDOTTIR", ufficialmente dichiaro terminata questa giornata 💙



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21 LUGLIO 2021

HOFN – DJUPIVOGUR – FASKRUDSFJORDUR – SEYDISFJORDUR

Ci svegliamo nella zona tra il porto e gli impianti sportivi. 

Hofn è una cittadina di 1700 abitanti. Attorno a noi ci sono 4 campetti da calcio, uno di atletica a 4 corsie con campo di calcio centrale, uno regolamentare coperto, una grande piscina. Tutti i campi hanno più ingressi, non ci sono cancelli o divieti.

Usciamo per andare a fare due passi al porto e ci imbattiamo, come è successo quasi tutti i giorni in diverse città, in un gruppo di ragazzini dai 10 ai 18 anni, muniti di pettorina gialla, rastrello e sacchi, che vanno a sistemare le zone verdi lato strada. Ne abbiamo visti ovunque. Ragazzini col decespugliatore… giovani che camminano a pulire sentieri immacolati… Siamo esterrefatti…




Hofn è il porto principale per la pesca di aragoste, astici e scampi. Il lungomare è davvero carino.






Al porto bisogna stare davvero attenti a questi che viaggiano velocissimi.



Guido coglie l'occasione  e, dopo aver fatto gasolio, pulisce il vetro... anzi tutto il camper. Tutti i distributori hanno zone per lavare le auto infangate o impolverate dai numerosi sterrati. 


Il viaggio riprende sulla strada, sempre la n.1, che attraversando la laguna di Alftafjordur si trasforma in qualcosa di indescrivibile (...però ci provo lo stesso con due parole e qualche foto…)






Passa vicino alle montagne con tratti selvaggi costellati da cascate, poi corre lungo l’oceano tra scogliere di lava e spiagge nere, fiordi, fattorie, corsi d’acqua e montagne innevate.



Panoramicissimo cambio della luce di ingombro 😎






La strada n. 1 o Ring (perché gira tutta l'isola in cerchio) è composta da due striminzite corsie con a lato il declivio della massicciata (questo me lo ha suggerito Guido 😊), guai a distrarsi e impossibile fermarsi. Però, ogni 80 - 100 chilometri, c'è una P che indica uno spiazzo per la sosta. Generalmente in concomitanza con punti panoramici. Se la strada non è panoramica le P diminuiscono drasticamente (ndr i bambini islandesi non fanno mai pipì😁)


Tornando alla strada di oggi...









Per il pranzo ci fermiamo a DJUPIVOGUR.



Il paesino..ino..ino è incantevole. Ha un porticciolo e quattro casette. E’ una Cittaslow (scopriamo questo nuovo termine che si riferisce al circuito slow food e altre forme di cultura di origine italiana). Qui ci concediamo l’ultimo Fish & Chips islandese.




Trascino quindi Guido a vedere le “Uova”…

Uno scultore contemporaneo, Gugmundsson, ha posizionato una serie di uova di granito, ognuna delle quali rappresenta una specie di uccello presente nella zona… Mah! Comunque le fotografo…





Ormai siamo ritornati nell’est, dove il nostro viaggio è iniziato. Abbiamo quasi chiuso il cerchio…








L’ultima sosta la facciamo al villaggio di FASKRUDSFJORDUR per la sua commovente storia.


Fu, infatti, il principale porto di attracco dei pescatori bretoni e fiamminghi che venivano in Islanda per la pesca del merluzzo tra il 1830 e il 1930.

Stavano in mare mesi, salavano il pescato e molti non fecero ritorno a casa.

Qui le strade hanno nomi islandesi e francesi, un intero quartiere francese ricorda ancora quegli uomini. Anche qui era presente un ospedale che ora è un bellissimo hotel.







Dal momento che il frigo è vuoto ci fermiamo a EGILSSTADIR a fare un po’ di spesa. I supermercati sono una rarità. L’ultimo che abbiamo incontrato era a Selfoss (apriva alle 11 e chiudeva alle 18,30), riusciamo a fare 300 chilometri senza trovarne. Gli alcolici (anche le birrette) vengono venduti solo nei Vinbudir con orari molto ristretti… 

E ora.. non abbiamo più scuse.. silenziosamente affrontiamo gli ultimi 26 chilometri che ci conducono a SEYDISFJORDUR. La testa viaggia indietro al giorno del nostro arrivo, a tutto quello che abbiamo visto e che abbiamo vissuto. Un viaggio fuori dal mondo reale. Indimenticabile.





Sullo sfondo appare il fiordo con una grande nave. La nostra attraccherà solo domani per portarci all’ultima tappa. Le Isole Faer Oer. 



Un giro tra le casette colorate del piccolo porto…. E poi..






Domani Norrona. Lo sbarco alle Faer Oer è previsto alle 3 di notte del 23. Ripartiremo la sera del 25 luglio per sbarcare in Danimarca il 27..

Ancora uno sguardo alla cartina e poi a nanna. 




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22 e 23 LUGLIO 2021

SEYDISFJORDUR – NORRONA – TORSHAVN (isola di Streymoy) – Isola di VAGAR - Isola di Streymoy

...Intanto cerchiamo di iniziare bene la giornata.. 



Siamo nuovamente, qui in fila, con le stesse auto dell’andata, solo con più chilometri e tanti immagini negli occhi. La nostra enorme nave è già in attesa di occuparci nel suo ventre. Saremo i primi a sbarcare alle isole Faer Oer, lei proseguirà per la Danimarca continentale.




Abbiamo vissuto senza il “demonio Covid” fino ad oggi. Nessuna restrizione, nessuna mascherina. La vita “d’altri BEI tempi”. Dalle notizie che ci arrivano dall’Europa, sappiamo che non è così per tutti e il fatto è stato confermato da una e mail urgente della Smyril Line che ci farà un costoso Covid Test a bordo per portere sbarcare alle Faroe (disposizione uscita da pochi giorni).

Si sale...


Dal ponte posteriore osserviamo le manovre di carico, soffermandoci sui lunghi container che si muovono come giocattolini. I motori prendono coraggio e la Norrona si stacca dal molo. Alle sue spalle il sempre più piccolo Seydisfjordur.







La cabina è al ponte 5. Il tema, questa volta, sono i pesci.



Usciti dal fiordo ci spostiamo alla “vetratissima” Laterna Magica e ci dedichiamo ai nostri hobby…





Alle 15.30 (ci risiamo con i 3 fusi orari...aiuto..) tampone oro-faringeo che, per nostra fortuna, non è un alcol-test (nondobbiamomicaguidarlaquestanave!!!) 😎😎😎

Alterniamo lettura e pisolini vista mare, giochiamo un’accanitissima partita a “scala”, cerchiamo di prendere sonno in cabina…




... e sono le tre di notte, si vede il fiordo, il ponte si illumina.. sbarchiamo.




TORSHAVN ci accoglie con una fitta nebbia. Improvvisamente vediamo i fari del porto “troppo vicinissimi” alla nave, ma ci passiamo anche questa volta (ndr FIUUU).

Pochi chilometri e ci fermiamo a dormire in un parcheggione, davanti a noi nella nebbia appare un altro monumento equestre. Un enorme cavallo nero… Sembra di essere in una saga… Il cavallo è vero… Chiudiamo gli occhi e l’ultima cosa che sentiamo è un lungo nitrito. 



MATTINA DEL 23 LUGLIO (che poi è stato un tutt'uno  col 22 😏)

Solita giornata di sole splendido.

Partiamo alla scoperta di questo arcipelago formato da 18 isole maggiori, una miriade di isolotti e un’infinità di deliziosi scogli. Noi percorreremo solo alcune delle principali.

Iniziamo dall’isole di STREYMOY quella che ospita la più piccola capitale del Mondo.  Tra un paese e l'altro ci sono davvero pochi chilometri. Mi limito ad elencarli e descriverli in ordine di visita.

KIRKJUBOUR (Isola di Streymoy)

Villaggio che fino agli inizi del ‘500 fu sede vescovile. 

Qui le case sono tutte uguali. Nere e rosse col tetto erboso. 





Due passi per fotografare la chiesetta bianca di Sant’Olau (del 1250), beatamente affacciata sull’oceano. E’ la chiesa più antica, ancora attiva alle Faer Oer.




Appena dietro, che sembra uscita da un racconto di Ken Follet, le rovine della cattedrale di San Magnus.






Poco distante, la fattoria Kirkjuboargarour, una grossa casa colonica ancora abitata al mondo. Costruita nel XI secolo è attualmente abitata dalla 17ageeerazione della famiglia di coloni che la occupa dal ‘500.










Abbiamo visto quelle oche "attaccare e inseguire" le due pecore per avere proprio quel pezzetto di prato 😂😂😂

A questo punto potremmo tornare a casa. E’ stato già tutto esaltante. Ma continuiamo. Strada, scorci, strada...




Troviamo cavalli ovunque, diamo strada a pecore e galline. Lato strada c’è tutta la fattoria… Ovviamente gli animali sono così tanti che non hanno nemmeno messo i cartelli di pericolo. Non è certo una sorpresa trovarseli davanti 😁



 

Ci infiliamo nel lungo tunnel sottomarino n.1 (...sinceramente non ero così serena..) di 5,7 km.



Quando siamo sotto al mare, il soffitto della galleria diventa blu




SENDAVAGUR (isola di Vagar)

Casette colorate meravigliose.




LAGO DI SORVAGVATN (isola di Vagar)

Lago di acqua dolce, diviso dal mare solo da un piccolo lembo di terra.





Qui altro monumento equestre, “il cavallo della palude”, sicuramente carino, visto il contesto. 


BOUR (isola di Vagar)

Un borgo di una manciata di case.






GASADALUR (isola di Vagar)

...dove termina la strada particolarmente panoramica, contrassegnata da un fiore giallo in campo verde. Queste vengono anche chiamate BUTTERCUP ROAD.


I due villaggi, fino al 2004, erano collegati da un sentiero. Postino e “bare” procedevano a piedi.

Gasadalur è arroccato su una scogliera a picco sull’oceano. Ha circa 10 abitanti.

Dalla scogliera, la famosa cascata di MULAFOSSUR, rende tutto ancora più bello.





Fino al 1940 il villaggio non era raggiungibile nemmeno via mare, poi gli inglesi, durante l’occupazione, costruirono una scalinata che scende in picchiata. Ora in disuso…



Ripassiamo il tunnel (il passaggio è a pagamento, ma solo l’andata… si presume che poi uno ritorni) e dirigiamo verso il nord di Streymoy.





KVIVIK (isola di Streymoy)

Il piccolo villaggio in fondo al fiordo è tutto immerso in una coltre di nebbia



VESTMANNA (isola di Streymoy)

Un giro al porto ci permette di ammirare container di pesci e pesci “incanalati” verso la lavorazione finale. I protagonisti sono i gabbiani…







SAKAUN (isola di Streymoy)

Lo raggiungiamo seguendo una “Single Track”




Villaggio di 10 case (contate) al termine di un fiordo che forma un anfiteatro naturale. Regno di pecore… belanti.. Proprio sulla spiaggia c’è una casetta rossa, tra le più fotografate (il proprietario AMEREBBE la solitudine.. ma…)








Seguiamo un lungo fiordo per arrivare a..




TJORUVIK (isola di Streymoy)



Piccolo villaggio (70 ab.) affacciato ad un fiordo con spiaggia di sabbia nera e, sullo sfondo, due alti scogli che escono dal mare (all’estremità dell’isola difronte, Eysturoy).

Non sono due scogli qualsiasi. La leggenda di Rising og Kellingin narra che un gigante e una strega siamo venuti da molto lontano per rubare le isole Faer Oer. Se le caricarono sulle spalle e il forte peso li rallentò. Colti dall’alba, vennero puniti dal sole che li trasformò in rocce.




Il villaggio vive di agricoltura e in questo periodo si raccoglie e si fa asciugare il fieno. 



Anche una giovane mamma, con la sua bimba di sei mesi, contribuisce all’opera.



Ci perdiamo nel paese e facciamo mille foto. 








ALLE FAER OER, OGNI FOTO VALE UN VIAGGIO!

EIDI (isola di Streymoy)

Costruito attorno ad un porto, come tutti i paesini faeroesi, vanta ben due campi da calcioregolamentari. Abbiamo trovato un campo in ogni villaggio, anche il più piccolo e abbandonato…

Uno, in estate, diventa campeggio e noi ci fermiamo a dormire “sulla fascia laterale”😊😊😊 ...a centro campo "troviamo una roulotte olandese (...potrei scrivere tutte le "formazioni" 😂) 


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24 LUGLIO 2021

Isola di Eysturoy – Isola di klaksvik – Isola di Bordoy – Isola di Kunoy - Torshav (Isola di Streymoy)

Mi preme inserire la foto del camper “in rimessa laterale”. 



Per uscire dal campo abbiamo una strada lungo fine fiordo.



Procediamo nel nostro tour, ma prima ancora due foto di EIDI.





Superiamo una diga tra due fiordi. 



Ci fermiamo a fare una foto al monte Slaettaratindur, oggi è sabato e molte persone sono venute su questa vetta (880 slm), per una gita fuori porta. Lo fotografo per ricordo… ma preferisco la vista sul fiordo.




La strada e qualche cartello… 



e siamo a 

GJOGV (isola di Eysturoy)



Il nome significa “gola” perché alle spalle di uno stretto fiordo che crea un porto naturale.Il piccolo borgo è pieno di faeroesi in villeggiatura (molti di loro impegnati nella  raccolta del fieno). Oltre che nel solito campetto da calcio, i bambini sono tutti nel torrente a fare il bagno. 



Un giretto tra le case..





Un giretto lungo la scogliera, aiutati dalla scalinata…






TOH! UNA COLONIA DI PUFFIN…😍










Ritorniamo  verso il paese..





Ripercorriamo il Funningsfjordur, lungo una bellissima Buttercup Road e siamo a..

ELDUVIK (isola di Eysturoy)



Altro tunnel sottomarino (9 km).



KLAKSVIK (isola di Bordoy)

Grande centro delle Faer Oer. Sull’acqua c’è questa bella scultura.

 


Tanti impianti sportivi e una gara di barchette.. Aspettiamo per assistere alla partenza.




Dovremmo proseguire per l’isola di Vidoy, ma non ci fidiamo di fare un tunnel a causa di un limite di altezza troppo “risicato”. 

Guido sale sul tetto, io a terra, e con un metro da sarta verifichiamo l’altezza… Decidiamo che è meglio non correre rischi…😔😎

Percorriamo una strada fondo fiordo con massiccio guardrail in roccioni, un tunnel di 3 km, a corsia unica (ma con doppio senso di marcia), incappiamo nella “raccolta delle pecore” e ci fermiamo per il pranzo.




KUNOY (isola di Kunoy) 

Una chiesetta e quattro casette. Un porto con una barca saldamente ancorata a terra, lo scivolo per i gozzi e i segni di un paese quasi disabitato.







Sul mare si riforma la solita nebbiolina..




Seguendo un braccio dell’isola di Eysturoy chiediamo un’informazione ad una coppia di turisti francesi. Anche loro vanno a EOUVIK dove c’è un microscopico campeggio sovraffollato. Diamo loro un passaggio, chiacchierando durante il breve tragitto.

Impossibile fermarsi. Cerchiamo altro.

Lungo la strada un CHIARO divieto di transito ci impedisce di arrivare sopra la scogliera.




Troviamo posto a NES,su un promontorio, circondati dalle pecore. Vista eccezionale e qualche belato concludono questa giornata rilassante.




 e come dice il Liga..”io e te ne abbiam vista qualcuna, vissuta qualcuna, ed abbiamo capito per bene, il termine insieme mentre il sole alle spalle pian piano va giuuuu...”

(dedicato al nostro Challenger...)



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25 LUGLIO 2021

NES – TORSHAVN – NORRONA 

Sveglia buffissima.


Un gregge di pecore circonda il camper, ci si strofina e bela. Successivamente, ogni animale trova il suo posto. Attorno a noi anche leprotti e uccellini (sembriamo il camper di Biancaneve)




Con mooooolta calma rientriamo a Torshavn.

Ennesima foto “GUIDO FERMO! FERMO!!” (tengo di una media di 10 foto ogni 5 km.. i tempi di percorrenza sono stati lunghissimi..) 

Panorama da zona pic-nic. 


Quella dopo è occupata, c’è il pic-nic…



Il nostro passaggio spaventa un gruppo di anatre..




Controllino alle gomme… (...olio fatto tra la curiosità delle pecore)



Alla fine la visita risulterà comunque completa. Sono davvero pochi chilometri di buone strade.


Superiamo il ponte che collega l’ isola di Eysturoy a Streymoy e arriviamo a Torshavn.


La città di Thor, il dio del tuono e della guerra. La storia della città è legata alle vicende dell’epoca vichinga prima e commerciale successivamente.



Improvvisiamo un disco orario (ci ricordiamo che dobbiamo metterne uno in camper solo quando ci serve 😂😂😂)

E’ domenica ed è tutto chiuso. La città risulta ancora più tranquilla.

Due passi al porto..






Due passi nella zona di Tinganes, il quartiere di case rosse col tetto in erba dove ha sede il parlamento faeroese (rispettando alcuni vincoli con la Danimarca). Le Faer Oer, pur essendo territorio danese, non fanno parte dell’Unione Europea ed hanno una loro bandiera.









Due passi nella “Old Town”…







Entriamo nella cattedrale, piccola, intima. Ricorda l’interno di una nave e, sul soffitto, tra i lampadari, sono appesi dei velieri.






Due passi in centro dove è tutto deserto, però alcune sculture mi incuriosiscono.




...L’uomo che solleva le pietre è proprio Guido… Finalmente gli hanno fatto un monumento!!! 😁



Impossibile trovare un locale dove fare pranzo, ma pare che alle 17 qualcosa apra. 

Nel pomeriggio altro giretto (la capitale si visita in 2 ore foto comprese…)

In centro c’è un negozio di fiori, fortunatamente CHIUSO (fortuna per il mio portafoglio, meno per il loro incasso…) con fuori, alla portata di chiunque, oggettini da giardino vasi e decorazioni bellissime. C’è anche un distributore automatico di bouquet…



Due passi alla fortezza di SKANSIN, costruita nel 1500 per difendere il porto dall’attacco dei pirati e successivamente base britannica nella 2Guerra Mondiale. 



Qui c’è il faro, attivo, che avevo già immortalato, durante la prima sosta, dal ponte della nave.



Il solito selfie con Guido, il faro e... boh...😡... maledetto vento, maledetti capelli!!!


Una foto al molo ancora vuoto in attesa della Norrona..



Un caffè sul porto..




...ultima cena in un Irish Pub… 

...un brindisi per festeggiare l’anniversario di matrimonio dei miei genitori (57 anni ..urka!!!!), con tanti tanti auguri 💝💝


E arriva la nostra MITICA nave. Tutti, grandi e piccini, uomini e donne, restiamo incollati alle transenne per vedere che si gira e fa manovra nel piccolo porto. Affascinati...




Impieghiamo un po’ a salire. I mezzi sono tanti, ma chi intralcia il flusso è un enorme escavatore che, con non poche manovre, caricano nella stiva.



Posiamo le nostre poche cose nella nuova cabina (ponte 7, con letto a castello)




...e andiamo a vedere la partenza dal ponte 9. Non fa nemmeno freddo...

...Però abbiamo un magoneeee... E' stato tutto così speciale..... 






CIAO CIAO ISOLE FAER OER... E GRAZIE PER LA BELLA VACANZA


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NORRONA – HIRTSHALS – NORTHEIM – ORIGLIO – ALPICELLA - SANREMO

26 – 27 – 28 – 29 LUGLIO 2021

26 LUGLIO

In cabina abbiamo un enorme televisore. Ci perdiamo a guardare il triathlon fino alle due del mattino. 

Sveglia prestino per non rischiare di saltare la “parca” colazione.




Dal momento che la cena viene servita molto presto, prendiamo abitudini anglo-sassoni (faremo uno spuntino per pranzo)

Ci infiliamo nel Duty Free e, dopo aver sparpagliato a terra tutte le pelli di pecora che ci sono e averle osservate al lungo, ne acquistiamo una. 




Ci dedichiamo quindi alle solite cose. Ponte 10, Laterna Magica – lettura, pennichella, passeggiata e nuovamente lettura, una partitella a carte…


Guido è FORTUNATISSIMO in amore.. si fa pure la “casetta”..😂




Il tempo scorre sereno. La Norrona è molto confortevole. Molti spazi comuni, pratici, comodi, con tavolini, poltroncine e divanetti vicino ad ampie vetrate.Ogni tanto uno sguardo alle info (nella prima foro i due capitani) o alla rotta




L’ultima sera sulla nave la trascorriamo ascoltando musica e chiacchierando con alcuni equipaggi del Tropico del Capricorno (un’agenzia viaggi per soli camper). 


27 LUGLIO

La nave ha l’ora della nave (faroese), gli orologi quella europea, ci risiamo col conto per capire a che ora svegliarci… alla fine arriva un messaggio, da un altoparlante in camera, che ci dà la sveglia e ci informa per tutte le altre procedure.

Rientriamo nel porto facendo il solito "pelo" al molo




Lasciamo la Norrona con un velo di tristezza.



Ora tanti chilometri per rientrare a casa. Guido si arrabbia col navigatore che gli programma il ritorno via Copenaghen. Io sono solidale con lui, ovviamente LUI E’ IL NAVIGATORE!!! Il tempo non manca.. cosa sono 400 chilometri in più… Niente, Guido è irremovibile!!!

Ricominciamo a vedere gli alberi. Nella nostra vacanza, gli alberi li abbiamo visti raramente. Alle Faer Oer.. non esistono...

Superiamo il confine con la Germania…. Un sacco di alberi!!!



Ad Amburgo restiamo bloccati da lavori sulla strada e perdiamo un’ora quasi fermi. Ripassiamo sotto l’Elba.



La notte la trascorriamo nuovamente ai laghetti di Northeim.

28 LUGLIO 

Sveglia con calma, dobbiamo solo fare della strada. L’obiettivo è Origlio, precisamente l’occupazione della casa di uno svizzero-australiano che ora è in vacanza con la famiglia…

Tanto traffico, tanti camion e tante interruzioni… noi cantiamo e ce la raccontiamo..

Ogni tanto i passaggi per gli animali…


Superiamo il confine con l’Austria, col “LICHEISTAIN” ed entriamo in Svizzera. La valle del San Bernardino. Che spettacolo. In questi giorni deve aver piovuto molto, i fiumi sono ricchi d’acqua e ci sono cascate ovunque, ci ricorda l’Islanda, ma con tanti alberi verdissimi.





E’ l’ora di cena che arriviamo a destinazione…

29 LUGLIO 

Sveglia presto nell’ottima area di sosta “Origlio Lago”, silenziosa, ombrosa, wifi gratuito, piscina, ecc.. 


Poi via… Superiamo l’ultimo confine…
 


Ma abbiamo ancora  una cosa da fare, prima di concludere questo bellissimo viaggio.. 😍

Purtroppo non riusciremo a passare da Begliano, malgrado il simpatico invito (grazie Patrizia e Carlo), ma ci vedremo presto, promesso 😊😎


Tappa a Alpicella (10 km sopra Varazze). Ieri abbiamo preso accordi.....

Così, a fine viaggio, insomma…

BEH! SI!!! E’ STATO TUTTO COSI’ BELLO…

INSOMMA… SIAMO PARTITI IN DUE E TORNIAMO IN TRE!!!


TORNIAMO CON THOR 💟


Con questa sorpresa, saluto tutti quelli che hanno viaggiato con noi. E' stata davvero una vacanza unica.

E ora... SORRIDETE CHE SCATTO L'ULTIMA FOTO 💥



A presto 

                Dony 💛





































































































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